Nuovo scossone alla Casa Bianca. Gary Cohn, principale consigliere economico di Donald Trump, ha annunciato le sue dimissioni dopo la controversa decisione del presidente Usa di imporre dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio. Dimissioni che hanno spinto le Borse asiatiche in rosso mercoledì. Alla base dell'addio proprio lo scontro sui dazi. E questo ex numero due di Goldman Sachs si unisce alla lista impressionante di stretti collaboratori di Trump che hanno abbandonato la nave: l'ultima prima di lui era stata la scorsa settimana Hope Hicks, fedelissima che aveva lasciato l'incarico di capo della comunicazione della Casa Bianca; e prima ancora avevano abbandonato, per esempio, il capo dello staff Reince Priebus e il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn.
"Prenderò presto una decisione sulla nomina del nuovo capo consigliere economico. Molte persone vogliono l'incarico – sceglierò in modo saggio!", ha scritto Trump su Twitter. Intanto oggi è atteso che l'Ue esponga i suoi piani per rispondere ai dazi su acciaio e alluminio minacciati da Trump. Si ritiene che Bruxelles possa prendere di mira prodotti Usa come jeans, moto e whiskey: venerdì il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, aveva minacciato di colpire brand come Harley Davidson e Levi's, e appunto il whiskey con dazi sulle importazioni. Ma l'annuncio ha spinto Trump a una nuova minaccia, di tassare le auto provenienti dall'Ue, alimentando ulteriori timori dello scoppio di una guerra commerciale. A Bruxelles non è attesa una decisione ufficiale, visto che Trump deve ancora firmare il provvedimento sui dazi, ma il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto all'Europa di essere pronta ad agire in modo rapido se lo farà.
Non era la prima volta che Gary Cohn, 57 anni, si mostrava apertamente in disaccordo con Trump. Ad agosto del 2017 aveva criticato il presidente Usa per la sua reazione a seguito delle violenze razziste di Charlottesville, in Virginia, ma in quel caso non era arrivato alle dimissioni. "È stato un onore servire il mio Paese e attuare delle politiche pro crescita favorevoli agli americani, in particolare con il voto di una riforma fiscale storica", ha dichiarato in un comunicato laconico il finora capo dell'influente Consiglio economico nazionale. Trump invece ha commentato così: "Gary [..] ha fatto un lavoro straordinario per attuare il nostro programma, aiutando ad arrivare a una riforma fiscale storica e a liberare ancora una volta l'economia americana", ha dichiarato, senza però mai menzionare i disaccordi di fondo.