Stato dell’Unione, Trump: “È nuovo momento americano. Guantanamo resta aperto”

Il presidente rivendica di aver messo in atto la "più grande riforma fiscale della storia Usa" e tende la mano ai democratici sull'immigrazione

"Questo è il nostro nuovo momento americano", "non c'è mai stato momento migliore per cominciare a vivere il sogno americano" e "stiamo costruendo un'America sicura, forte e orgogliosa". Nei circa 80 minuti del suo primo discorso sullo stato dell'Unione davanti alle Camere riunite (il più lungo da quello di Bill Clinton nel 2000 scrive il New York Times), Donald Trump rivendica quelli che enuncia come successi del suo primo anno alla Casa Bianca e ribadisce, seppur senza molti dettagli, le linee guida per l'agenda da portare avanti: bene l'economia, con un dietrofront rispetto all'era Obama il carcere di Guantanamo resterà aperto (la Casa Bianca ha fatto sapere che il decreto è stato già firmato), e ai democratici Trump dice che tende "una mano aperta per lavorare insieme" sull'immigrazione, salvo poi ribadire le sue priorità come per esempio la costruzione del muro del Messico.

Davanti non solo ai membri del Congresso, ma anche alla moglie Melania – al primo appuntamento ufficiale dopo avere saltato il vertice di Davos sullo sfondo delle accuse di infedeltà emerse a carico del marito con la pornostar Stormy Daniels – e davanti ai numerosi ospiti scelti da Trump da una parte e dall'opposizione democratica dall'altra, il presidente degli Stati Uniti ha cominciato dall'economia. Ha rivendicato di avere messo in atto "il più grande taglio delle tasse e la più grande riforma fiscale della storia degli Stati Uniti" con un taglio di 1,5 trilioni di dollari di imposte, si è assunto il merito della crescita dei posti di lavoro dicendo che sotto i suoi occhi sono stati creati 2,4 milioni di posti, e anche il merito di guadagni storici della Borsa; poi ha rivendicato che "a un anno di distanza la coalizione anti Isis ha liberato quasi il 100% del territorio che fino a poco tempo fa era in mano a questi killer in Iraq e Siria".