"Forse, dico solo forse, dovremmo fare un secondo referendum sull'adesione all'Ue. Metterebbe fine alla questione per una generazione una volta per tutte". L'ex leader di Ukip, Nigel Farage, tra i maggiori sostenitori della Brexit, sembra fare marcia indietro. Un'ipotesi che la premier britannica, Theresa May, respinge con forza.
L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea è prevista il 29 marzo 2019 alle 23. Una rottura voluta fortemente da Farage che è stato tra i promototri del referenudm del 23 giugno 2016 e principale sostenitore del fronte del Leave, nonostante abbia poi abbandonato la guida del suo partito, l'Ukip, 10 giorni dopo la vittoria. "Il mio obiettivo di uscire dall’Ue è raggiunto… Ho compiuto la mia missione". Lasciando ai posteri l'onere delle trattative.
La sua eredità è stata raccolta dalla premier May, che ha intrapreso i dialoghi con l'Ue. Il suo operato è stato però accolto dalle critiche dello stesso Farage: "Questa non è la Brexit, non abbiamo votato per lasciare l'Ue mentre la premier concede giurisdizione a una corte straniera per molti anni a venire", ha dichiarato il 7 dicembre 2017, preparandosi a tornare in campo per le prossime politiche del Regno Unito.