Catalogna, Rajoy: “Governo pronto a dialogo, Barcellona respinga azioni unilaterali”

Il premier spagnolo commenta la vittoria degli indipendentisti nelle elezioni catalane

L'ex presidente catalano Carles Puigdemont torna a chiedere l'apertura di un dialogo con Madrid all'indomani delle elezioni regionali in Catalogna nel cui Parlamento è stata riconfermata la maggioranza secessionista. In risposta, il premier spagnolo Mariano Rajoy si è detto fiducioso che ci sarà una nuova fase di "confronto e non di scontro" con Barcellona ma ha garantito che si interfaccerà "con chi ha vinto le elezioni: Ines Arrimadas" (la leader degli unionisti di Ciudadanos che si sono imposti come primo partito). A scrutini conclusi, il fronte indipendentista composta da JuntsxCat, da Esquerra republicana de Catalunya (Erc) e da popular Unity (Cup) è in corsa per avere 70 seggi su 135 totali, dunque una maggioranza assoluta per quanto limitata. Tuttavia Ciudadanos ha avuto un successo storico ottenendo il 25,3% del consenso, pari a 37 voti, il che ne fa il primo partito della regione. Non è ancora chiaro chi avrà per primo il compito di formare il nuovo governo, se Ciudadanos o Jxcat.

La sessione costitutiva dell'assemblea catalana dovrà tenersi entro il 23 gennaio e il primo turno per l'elezione del presidente dovrà svolgersi entro il 10 febbraio. Se per aprile non sarà stato possibile eleggere il nuovo presidente, scatterà lo scioglimento automatico dell'assemblea con nuove elezioni a fine maggio. A oggi l'unico dato certo è che "lo Stato spagnolo è stato sconfitto", come ha esordito Puigdemont in conferenza stampa da Bruxelles, dove si è rifugiato insieme a quattro ex ministri del suo governo dopo il mandato d'arresto spiccato dalle autorità spagnole per aver dichiarato l'indipendenza, violando la Costituzione.

Chiusura totale nei confronti di Puigdemont: "Non parlo con lui, mi interfaccerò con chi ha vinto le elezioni". Vale a dire Ines Arrimadas di Ciudadanos. Anche perché, ha precisato, la situazione giudiziaria dell'ex presidente della Generalitat catalana e di tutti gli imputati nel caso dell'indipendenza catalana non dipende "assolutamente" dai risultati delle elezioni regionali di ieri ma dalle decisioni dei giudici. "Sono i politici che devono sottomettersi alla giustizia come qualsiasi altro cittadino e non la giustizia che deve sottomettersi a qualsiasi strategia politica", ha aggiunto.