Catalogna, Parlament approva l’indipendenza. Madrid ‘commissaria’

Rajoy annuncia: "Ho sciolto il Parlament, elezioni il 21 dicembre". Intanto a Barcellona esplode la festa

Il Parlament della Catalogna ha approvato, con voto segreto e su proposta di Junts pel Sì e Cup, la risoluzione per iniziare il processo costituente e dichiarare la Repubblica. Appena mezz'ora dopo, a Madrid il Senato ha autorizzato il governo ad applicare l'articolo 155 della Costituzione per ripristinare la legalità in Catalogna. C'è incertezza su quello che accadrà, mentre le misure per il 'commissariamento' prevedono tra l'altro la rimozione del governatore Carles Puigdemont e del suo governo, così come il controllo da parte del governo dei Mossos d'Esquadra. Il premier Mariano Rajoy, che ha ricevuto ampio sostegno internazionale, ha fatto appello alla "tranquillità" e promesso: "Lo stato di diritto ripristinerà la legalità in Catalogna".

 

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LE MISURE DI MADRID. Tra le "prime misure approvate" dal governo di Madrid, ha annunciato Rajoy nel suo discorso dopo la riunione del Consiglio dei ministri, c'è la "destituzione del governatore catalano, Puigdemont, del suo vice, Oriol Junqueras, e dei consiglieri del governo autonomo". Poi il voto. "Ho sciolto il Parlament della Catalogna e il 21 dicembre si terranno le elezioni nella comunità" autonoma, ha aggiunto il premier.

Tra gli altri provvedimenti la rimozione del direttore generale dei Mossos d'Esquadra, Pere Soler, e la chiusura delle "ambasciate" catalane, fatta eccezione per quella di Bruxelles. Secondo la pagina web della Generalitat, la Catalogna ha sette delegazioni di rappresentanza all'estero: in Germania, Francia e Svizzera, Regno Unito e Irlanda, Austria, Italia, Unione europea e Stati Uniti. Inoltre, viene chiuso Diplocat, entità pubblica-privata al servizio del Govern per promuovere l'immagine internazionale della Catalogna. Rimosso il direttore della delegazione a Bruxelles, Amadeu Altafaj, così come quello a Madrid, Ferran Mascarell.

"Gli spagnoli – ha dichiarato Rajoy – vivono un giorno triste, con mancanza di buonsenso che ha visto i catalani disprezzare i diritti della maggioranza, senza preoccuparsi dei possibili danni per la Spagna". "Non si tratta di sospendere l'autogoverno, ma di restituirlo alla normalità il prima possibile" per "restituire la legge ai catalani". 

La Corte costituzionale, intanto, ha accolto i ricorsi dei socialisti catalani e dato tre giorni alle autorità locali per rispondere e sospendere gli effetti della dichiarazione. Anche il governo di Madrid ha annunciato che ricorrerà alla stessa corte.

L'APPROVAZIONE AL PARLAMENT. I deputati catalani riuniti in plenaria hanno approvato la dichiarazione d'indipendenza pochi minuti prima delle 15.30. Settanta i voti favorevoli, dieci i contrari e due le schede bianche, sul totale di 135 seggi, espressi con voto segreto per schermare da eventuali future azioni legali. Decisivi i voti degli indipendentisti di Junts pel Sì e Cup, mentre per protesta avevano lasciato l'emiciclo quelli dee partito Ciudadanos, socialisti e popolari. Applausi e urla hanno festeggiato l'esito del voto, sia nell'aula sia tra la folla che fuori dall'edificio assisteva alle operazioni tramite maxischermo. Puigdemont ha parlato di "un passo verso ciò per cui abbiamo lottato molto, per confermare il mandato delle urne" e ha invitato ad "affrontare" la situazione "con senso civico e pace".

IL SOSTEGNO ESTERO A RAJOY. Il primo leader internazionale a commentare è stato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk: "Per l'Ue non cambia nulla, la Spagna resta l'unico interlocutore", con un invito a preferire la "discussione" alla "forza". Sostegno anche dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, che ha detto di "rispettare le decisioni" di Madrid, e delll'Europarlamento, Antonio Tajani, che ha dichiarato: "Nessuno nell'Ue riconoscerà questa dichiarazione". Anche il ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, ha detto che Roma "non riconoscerà" la dichiarazione, così come ha affermato Londra. Da Oltreoceano è arrivato il commento del dipartimento di Stato americano: "La Catalogna è parte integrante della Spagna", Washington appoggia "le misure costituzionali" di Madrid per mantenere la nazione "forte e unita".