A soli 31 anni d'età, di cui nove trascorsi in politica (e sei di questi al governo), Sebastian Kurz è il candidato favorito alla cancelleria nelle elezioni generali anticipate di domani in Austria. Lui, che guida un Partito popolare Övp a cui ha cambiato statuto, nome e anche colore, secondo i sondaggi è il candidato con più chance di diventare cancelliere. La sua candidatura mette avanti il suo nome, comparendo come 'Lista Sebastian Kurz' e lasciando da parte invece il nome di un partito che ha alle spalle sette decenni di storia, la maggior parte dei quali al governo.
Stando ai sondaggi, Kurz si attesta al 33%: un vantaggio consistente rispetto ai due grandi sfidanti, cioè l'attuale cancelliere Christian Kern del Partito socialdemocratico Spö e Heinz-Christian Strache del partito liberale Fpö di estrema destra. A quest'ultima formazione il leader conservatore ha sottratto parte dell'elettorato e il suo tema chiave, cioè l'immigrazione.
Nato a Vienna nel 1986, Sebastian Kurz ha cominciato la sua carriera politica a 23 anni, assumendo dei ruoli nella gioventù dell'Övp. Due anni dopo fu nominato sottosegretario all'Integrazione; a 27 anni era ministro degli Esteri; e da luglio scorso ha assunto la presidenza del partito. La sua esperienza di lavoro nel privato è minima e non ha ultimato i suoi studi in Legge.
Nonostante il curriculum scarno, già mesi prima di assumere la guida del partito i media austriaci lo citavano come la grande o unica speranza per una formazione politica che nei sondaggi si attestava ai minimi storici e faceva parte di una coalizione di governo con i socialdemocratici assediata dai conflitti interni e dall'ascesa dell'Fpö. A seguito della rinuncia dell'ex leader del partito, Kurz ha respinto l'offerta del socio di governo socialdemocratico di mantenere in vita la 'Grande coalizione', ha chiesto elezioni anticipate e ha assunto la presidenza dell'Övp, imponendo un cambiamento di statuto che gli dà pieni poteri per decidere incarichi, candidature e strategie.
Con Kurz come nuovo leader l'Övp ha guadagnato in poche settimane 10 punti percentuali nei sondaggi, cioè più o meno la stessa quantità di consensi persa dall'Fpö, e si è scatenata una vera 'Kurzmania'. Il candidato conservatore difende una politica restrittiva su immigrazione e asilo, a proposito della quale ha chiesto all'Unione europea di prendere esempio dalla strategia dell'Australia di internare direttamente sulle isole i rifugiati intercettati in mare mentre provano a raggiungere le coste. Dal punto di vista economico, difende l'abbassamento delle imposte per la classe media e le imprese, oltre a promettere una riduzione del debito a lungo termine, in parte riducendo le sovvenzioni e la spesa sociale che, assicura, non fa che provocare l'arrivo di immigrati e rifugiati.
Chi lo critica evidenzia la mancanza di concretezza (ha presentato il programma elettorale in tre parti, l'ultima delle quali appena 18 giorni prima delle elezioni) e sostiene che la sua strategia sia dominata dall'immagine e dal marketing, senza contenuti precisi né idee nuove. Nella sua propaganda elettorale, Kurz invita a unirsi a un "movimento", apparente richiamo a 'En Marche!' del presidente francese Emmanuel Macron, ed è arrivato al punto che sui manifesti non compaiono neanche il logo né il nome dell'Övp. Il colore turchese ha sostituito il tradizionale nero con cui il partito si identifica dalla sua fondazione nel 1945. Così, qualcuno che non è stato altro se non un politico di un partito dell'establishment, è riuscito a presentarsi come ambasciatore di un nuovo modo di fare le cose, lontano dalla vecchia politica.
Nonostante questa rivoluzione, Kurz conta sull'appoggio dei baroni del partito, che vedono in lui l'opportunità di tornare a guidare il governo dopo 10 anni al secondo posto in coalizioni guidate dai socialdemocratici. Di fatto molti analisti vedono dietro all'ascesa di Kurz la mano dell'ultimo cancelliere conservatore, Wolfgang Schüssel, che nel 2000 formò un governo con l'Fpö. Quei fatti scatenarono un'ondata di critiche sia all'interno che all'esterno dell'Austria, nonché sanzioni diplomatiche da parte di altri Paesi membri dell'Ue per il fatto di avere permesso l'ingresso al governo di un partito di ultradestra. Kurz non è sposato e non ha figli ma vive a Vienna con Susanne, sua fidanzata dai tempi delle scuole superiori, che lavora al ministero delle Finanze.