Usa ritirano 60% staff da ambasciata Cuba. E torna la tensione

L'ordine prevede anche la sospensione del rilascio di visti all'ambasciata in modo indefinito

Il governo degli Stati Uniti ha ordinato il ritiro del suo staff non essenziale dall'ambasciata a Cuba a seguito dell'attacco acustico sofferto da almeno 21 statunitensi sull'isola, la cui origine è ignota. Lo riportano le emittenti Cnn e Cbs, che citano come fonte funzionari Usa coperti dall'anonimato. L'ordine, che sarà annunciato oggi dal dipartimento di Stato Usa, prevede anche la sospensione del rilascio di visti all'ambasciata a Cuba in modo indefinito. Il governo Usa, inoltre, allerterà i suoi cittadini del pericolo di essere vittime di "attacchi" se si recheranno a Cuba. L'Avana considera affretatta la reazione degli Usa perché condizionerà rapporti tra i Paesi. 

Ieri il governo Usa aveva confermato che il segretario di Stato Rex Tillerson stava "rivedendo tutte le sue opzioni", compresa appunto quella del ritiro di parte del personale diplomatico presente a Cuba, a seguito dell'attacco acustico. Si tratta di incidenti ancora inspiegati, in cui 21 diplomatici e familiari di diplomatici statunitensi a Cuba hanno riportato problemi di salute, tra cui lesioni all'udito e nausea. Anche parte del personale canadese ha riscontrato lo stesso tipo di problemi. Il governo di Cuba ha negato ogni coinvolgimento e sta conducendo un'indagine, ma dice che finora non è stato in grado di risalire alle cause.

 Martedì Tillerson aveva avuto una riunione a Washington con il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez, per discutere della questione. A seguito dell'incontro il dipartimento di Stato aveva annunciato in un comunicato che la conversazione fra i due era stata "ferma e franca" e che "aveva riflettuto la profonda preoccupazione degli Stati Uniti per la sicurezza del suo personale diplomatico". In quel faccia a faccia, Tillerson aveva sottolineato "la gravità della situazione e insistito con le autorità cubane sui loro obblighi di protezione del personale dell'ambasciata e dei loro familiari". Rodriguez, dal canto suo, aveva indicato che "sarebbe stato deplorevole politicizzare una questione di questa natura e prendere decisioni affrettate senza sostegno di prove e risultati investigativi conclusivi". Trump ha imposto restrizioni rispetto all'apertura verso Cuba che era stata promossa dal suo predecessore Barack Obama, sostenendo l'embargo e chiarendo che non intende negoziare con il governo di Raul Castro se non ci saranno progressi nella democrazia sull'isola.