Barcellona: “La cellula voleva colpire la Sagrada Familia”

Si tratterebbe di Younes Abouyaaqoub, cittadino marocchino di 22 anni. Identificata la terza vittima italoargentina, Carmen Lopardo

La polizia spagnola sta dando alla caccia all'autista del van che ha travolto la folla sulla Rambla di Barcellona, uccidendo 15 persone. Secondo quanto riporta il quotidiano El Pais si tratterebbe di Younes Abouyaaqoub, cittadino marocchino di 22 anni, forse in fuga in Francia. Con lui potrebbero essere ancora latitanti altri due membri della cellula di Ripoll, la cittadina dei Pirenei spagnoli dove vivevano la maggior arte dei terroristi: si ritiene che 12 persone componessero il gruppo jihadista. Quattro sono in stato di arresto, tre di Ripoll, mentre 5 sono stati uccisi nel tentato attacco a Cambrils. Tra questi vi è anche Moussa Oukabir, il 17enne che fino a ieri era considerato l'autore materiale della strage sulla Rambla. 

Intanto i Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, stanno perquisendo la casa dell'imam della città, come rende noto sempre il quotidiano El Pais ipotizzando che l'imam sia uno dei due morti nell'esplosione avvenuta mercoledì notte ad Alcanar. Secondo quanto riporta il quotidiano la Vanguardia, che cita fonti dell'antiterrorismo, la perquisizione è iniziata intorno a mezzanotte di ieri: i poliziotti sono rimasti nell'abitazione dell'imam fino alle 3 del mattino. Il mandato di perquisizione è a nome di Abdelbaki Se Satty, di circa 40 anni, residente nell'abitazione di Ripoll insieme a un altro uomo, che aveva subaffittato la stanza da quattro mesi. Il compagno di stanza, di cui non è stato diramato il nome, ha spiegato che da qualche tempo Se Satty non esercitava più come imam della città. Martedì scorso aveva addirittura annunciato di voler andare in Marocco, dove vivono la moglie e i figli.

A Barcellona, la sindaca Ada Colau ha aperto in municipio il libro delle condoglianze in onore delle vittime "Questa città ama la diversità – ha detto in italiano – e vuole essere una città di pace. Ora più che mai dobbiamo stare assieme". Re Filippo di Spagna con la moglie Letizia ha fatto visita ai feriti: "Noi non abbiamo paura e non l'avremo mai". Come cita il quotidiano La Vanguardia, il re ha spiegato che con la visita negli ospedali in cui sono ricoverati i feriti ha voluto "trasmettere l'abbraccio ai feriti di tutti gli spagnoli, catalani e barcellonesi".

Nel pomeriggio i Reali visiteranno la zona dell'attentato dove circa 200 persone, tra musulmani residenti a Barcellona e altri provenienti dalle città vicine, si sono riuniti per condannare l'attentato di giovedì. Il collettivo musulmano ha iniziato a riunirsi intorno alle 12 vicino alla fontana Canaletes, sostenendo che l'Islam non appoggia il terrorismo. A loro si sono uniti cittadini e turisti. "Islam è pace", "Sono musulmano e non sono un terrorista", "Siamo tutti con la Catalonga", sono alcune delle scritte comparse sui cartelli esposti dai manifestanti.