Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha detto che non esclude una "opzione militare" in relazione alla crisi in Venezuela, un paese che, a suo parere, è impantanato in un "pasticcio molto pericoloso". Il presidente Trump ha parlato dopo l'incontro con il Segretario di Stato, Rex Tillerson, il consigliere per la sicurezza nazionale, H. R. McMaster, e l'ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Nikki Haley.
Trump ha rifiutato un colloquio telefonico con il suo omologo venezuelano Maduro fino a quando non sarà "ripristinata la democrazia nel Paese". Lo afferma la Casa Bianca in un comunicato. "Trump – aggiunge la Casa Bianca – ha chiesto a Maduro il rispetto della Costituzione, elezioni libere ed eque, la liberazione dei prigionieri politici e la cessazione delle violazioni dei diritti umani. Al contrario, Maduro ha sceltola via della dittatura".
Risponde a Trump il ministro della Difesa del paese sudamericano Vladimir Padrino sostenendo che la minaccia dell'intervento militare del presidente Trump in Venezuela è una "follia". Lo ha affermato in una intervista alla tv di Stato: "È un atto di follia, è un atto di estremismo supremo: c'è un'élite estremista che governa gli Stati Uniti". "Come soldato – aggiunge – sono sicuro che saremo tutti in prima linea a difendere gli interessi e la sovranità di questo caro Venezuela". Secondo il ministro delle comunicazioni Ernesto Villegas si tratta infatti "di una minaccia senza precedenti alla sovranità nazionale".