Dopo lo scontro, le scuse. Durante un incontro con il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, si è detto dispiaciuto per le parole da lui utilizzate in aula all'Eurocamera stamane. "L'affare è chiuso", ha scritto su Twitter Jaume Duch, portavoce del Parlamento europeo. In un altro post, Duch ha dichiarato: "E' importante concentrarsi sulla collaborazione tra le istituzioni, per servire meglio gli interessi dei cittadini".
LO SCONTRO. Stamattina Juncker, davanti a un'aula poco affollata, ha definito il Parlamento "totalmente ridicolo" e ha promesso di non prendere mai più parte a incontri del genere: "Voglio ringraziare quelli che stamattina si sono presi il disturbo di presentarsi. Ma il fatto che ci siano solo 30 deputati in questo dibattito mostra che questo Parlamento non è serio", "è ridicolo, davvero ridicolo".
Secondo Juncker, se al posto del premier maltese Joseph Muscat in aula ci fossero stati "Merkel o Macron, è difficile immaginare" che l'aula non "sarebbe stata piena". Gli ha risposto, seccato, Tajani: "La prego signor presidente di avere un atteggiamento rispettoso, può criticare il Parlamento ma la Commissione non lo controlla, dovrebbe essere il contrario". E quando Juncker, adirato, ha ribadito di considerare l'Eurocamera "ridicola", Tajani lo ha di nuovo ripreso con tono piccato ed enfatizzando le parole con gesti delle braccia: "Le chiedo per favore di cambiare linguaggio: noi non siamo ridicoli, per favore".
Juncker allora ha concluso: "Non prenderò mai più parte a un incontro di questo genere. La Commissione è sotto il controllo del Parlamento, ma il Parlamento deve rispettare la presidenza anche del più piccolo Paese, cosa che non sta facendo". Con la tensione e la rabbia evidenti sul volto, ha aggiunto: "Voglio rendere onore al governo maltese e al premier, a ciò che il premier di Malta ha fatto, un eccellente lavoro. Un eccellente lavoro, grazie".