"Volevo condividere con la Russia alcuni fatti relativi al terrorismo e alla sicurezza dei voli aerei. É una cosa che ho assolutamente il diritto di fare". Donald Trump non si nasconde e replica all'accusa di aver rivelato informazioni top secret sulla lotta all'Isis nel corso di un colloquio con il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov nello studio ovale, il 10 maggio. "Voglio che la Russia faccia grandi passi avanti nella lotta contro il terrorismo", ha spiegato Trump. Il presidente degli Usa ha ricevuto il sostegno del Cremlino, che ha bollato come "sciocchezze" e "fake news" le rivelazioni del Washington Post. "Non vogliamo reagire a questa sciocchezza che non è soggetta a conferme o smentite", ha detto il portavoce del governo di Mosca Dmitry Peskov.
Le polemiche però non si sono fermate. Da un lato gli alleati, preoccupati che Trump possa rivelare altri dossier top secret, che a mezza voce minacciano di non condividere più segreti di intelligence. Secondo il New York Times sarebbe infatti israeliana la fonte delle informazioni che il presidente potrebbe aver messo a repentaglio. Israele non ha confermato la notizia e ha rinnovato la fiducia nel governo Usa. Ma la notizia, se vera, potrebbe intaccare le relazioni tra i due Paesi anche in vista della visita di Trump a Gerusalemme la prossima settimana. Il timore da parte di Israele è che le informazioni classificate possano passare dalla Russia all'Iran.
Dall'altra, ci sono poi le reazioni dei membri del Congresso, anche da parte della maggioranza repubblicana, che chiedono una verifica e di poter leggere le trascrizioni del colloquio. Lo speaker della Camera Paul Ryan ha detto di sperare in un "pieno chiarimento" da parte dell'inquilino della Casa Bianca, mentre il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell, intervistato da Bloomberg, ha detto che "sarebbe utile avere un po' meno dramma alla Casa Bianca su molti temi, così potremmo concentrarci sulla nostra agenda, che prevede deregulation, riforma fiscale e sostituzione dell'Obamacare". La senatrice Susan Collins ha espresso preoccupazione: "Sarebbe un grosso problema se Trump avesse condiviso report sensibili con i russi". Anche il leader repubblicano della Commissione per gli Esteri Bob Corker ha sottolineato che le accuse sono "molto, molto preoccupanti". La senatrice Susan Collins ha espresso preoccupazione: "Sarebbe un grosso problema se Trump avesse condiviso report sensibili con i russi".
"Data la gravità della questione, dobbiamo essere in grado di stabilire velocemente se la notizia è vera oppure no, e cosa ha detto esattamente" il presidente durante il colloquio, ha dichiarato il leader della minoranza democratica al Senato Chuck Schumer, chiedendo alla Casa Bianca di "fornire le trascrizioni dei colloqui", l'unico modo per l'amministrazione "di provare senza dubbio che quanto riportato dalla stampa è falso", ha concluso Schumer. A difesa di Trump si è schierato il consigliere per la sicurezza nazionale, l'autorevole generale H.R. McMaster, che in una conferenza stampa ha assicurato che il presidente Usa non ha fatto "nulla di inappropriato" e "non ha messo a rischio la sicurezza nazionale". McMaster non ha però confermato né smentito se il presidente abbia effettivamente, come sostenuto dalle fonti del Washington Post, rivelato informazioni classificate.
Più tardi, nel corso della conferenza stampa a margine dell'incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan alla Casa Bianca, Trump ha ripetuto di voler "coinvolgere più Paesi possibile nella lotta al terrorismo" e che in questo senso il suo incontro con il ministro degli Esteri russo la scorsa settimana "è stato un successo".