Arresti attivisti in Russia, Navalny condannato a pagare

Ieri fermate a Mosca 500 persone durante il corteo anti corruzione. Fra loro anche il leader dell'opposizione Navalny

Ieri almeno 500 persone sono state fermate a Mosca, tra queste anche il leader dell'opposizione Alexéi Navalny, incriminato per aver violato il codice amministrativo che regola le procedure per l'organizzazione di manifestazioni e cortei.  Un tribunale russo ha condannato il leader dell'opposizione a pagare 20mila rubli (circa 325 euro) per il suo ruolo nell'organizzazione di quella che le autorità hanno definito una protesta illegale a Mosca. Lo stesso tribunale dovrà decidere oggi su un'altra accusa contro di lui, secondo cui avrebbe disobbedito agli ordini della polizia.

La maggior parte delle proteste di ieri non erano state autorizzate dalle autorità russe (almeno 72 su 99), come quella nella capitale e a San Pietroburgo, seconda città del paese. Anzi, il Cremlino aveva fatto sapere venerdì che la protesta nel centro di Mosca sarebbe stata vista come una "provocazione illegale".

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Il governo degli Stati Uniti condanna l'arresto di "centinaia di manifestanti pacifici" in Russia. Gli arresti sono avvenuti nel corso della giornata nazionale di protesta contro la corruzione. "Gli Stati Uniti condannano con forza l'arresto di centinaia di manifestanti pacifici domenica in Russia", ha scritto in una nota il portavoce del Dipartimento di Stato Mark Toner. "Siamo preoccupati – ha aggiunto – dall'arresto di Alexéi Navalny, così come per i raid della polizia fra gli organizzatori della manifestazione contro la corruzione". "Detenere manifestanti pacifici, osservatori dei diritti umani e giornalisti è un affronto ai valori democratici fondamentali", ha concluso Toner.