Turchia-Olanda, Ankara annuncia: Relazioni sospese

Sale la tensione tra i due Paesi dopo lo stop dell'Aja del comizio a Rotterdam

Ancora scintille tra la Turchia e i Paesi europei che hanno impedito a ministri di Ankara di tenere comizi in vista del referendum sul presidenzialismo. Dopo che il presidente Recep Tayyp Erdogan ha accusato anche l'Olanda (come aveva fatto con la Germania) di comportamenti "fascisti" e "nazisti", sono piovute le condanne alle sue affermazioni. Non solo dagli Stati europei, ma anche dall'Unione europea che ha parlato di frasi "vergognose" e dalla Nato che ha chiesto alla Turchia di "abbassare la tensione". Intanto, però, da Ankara arrivano minacce: tra esse, quelle di rivedere l'accordo sui migranti, siglato con Bruxelles nel marzo dello scorso anno, e di ricorrere alla Corte europea dei diritti umani contro l'Olanda.

Intanto la Turchia ha sospeso le relazioni diplomatiche ad alto livello con l'Olanda dopo il rifiuto dell'Aja di autorizzare l'ingresso di ministri turchi.
"Stiamo facendo esattamente quello che hanno fatto a noi. Noi non permettiamo agli aerei che trasportano i diplomatici olandesi di utilizzare il nostro spazio aereo", ha detto il vicepremier turco Numan Kurtulmus in conferenza stampa. Kurtulmus una conferenza stampa. "Coloro che hanno creato questa crisi devono essere responsabili di sistemarla", ha aggiunto.
 

Sabato le autorità olandesi hanno impedito la partecipazione di due ministri turchi, quello degli Esteri Mevlut Cavusoglu e quella della Famiglia Fatma Betul Sayan Kaya, a un evento politico a Rotterdam dove volevano fare campagna elettorale per il referendum costituzionale turco del 16 aprile. Con il voto, Erdogan spera di incassare il sì alla riforma che trasformerebbe la Turchia in una repubblica presidenziale. Nella notte, circa 2mila sostenitori d Erdogan sono poi scesi in piazza nella stessa città per protestare e la polizia è intervenuta per disperderli con cariche a cavallo e cannoni ad acqua.

Stamane Ankara ha convocato l'incaricato d'affari olandese per protestare contro le azioni della polizia, e il ministro degli Esteri ha annunciato che "certamente" saranno imposte sanzioni all'Olanda, come aveva già suggerito Erdogan. Inoltre, la Turchia ha dettato al Paese le condizioni per risolvere la crisi diplomatica: scuse in forma scritta; il perseguimento legale dei responsabili politici del respingimento dei due ministri; garanzie sul trattamento e immunità per tutti gli altri funzionari turchi che visitino l'Olanda. Mentre Erdogan, alla tv nazionale, ha minacciato di far ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo contro il comportamento olandese. Il ministro degli Esteri Celik, citato dall'agenzia stampa Anadolu, ha invece lanciato la minaccia all'Ue: Ankara potrebbe rivedere l'accordo sui migranti. Questo prevede tra l'altro che i profughi giunti irregolarmente sulle isole greche siano riportati in Turchia, in cambio di aiuti economici.

Una risposta si legge nelle parole del premier olandese, Mark Rutte, anch'egli in campagna elettorale in vista delle elezioni generali di mercoledì. "Sino a quando non sarà messa fine alle minacce del governo turco, non ci saranno negoziati per risolvere questo conflitto", ha detto, invitando i suoi concittadini a non lasciarsi catturare dai "populismi sbagliati" che vogliono sfruttare la difficile situazione. Proprio Wilders, leader populista di estrema destra che è favorito nei sondaggi, ha lanciato una proposta senza mezzi termini, nel primo e unico faccia a faccia con Rutte. "L'unica soluzione contro gente come" Erdogan, ha detto, "è chiudere le frontiere" perché nei Paesi Bassi non c'è "polizia del Corano" (frase con cui Wilders intende affermare che serva la vigilanza sui musulmani).

Le condanne e gli appelli ad abbassare la tensione sono piovuti. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha invitato Olanda e Turchia, in quanto membri dell'Alleanza, a mostrare "rispetto reciproco" e ad "abbassare la tensione". L'Ue, tramite l'Alta rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini e il commissario per la Politica di vicinato Johannes Hahn, ha chiesto ad Ankara di astenersi da "dichiarazioni eccessive" e da azioni che rischiano di aggravare la situazione. La Commissione europea ha ribadito la posizione del presidente Jean-Claude Juncker sul paragone dei comportamenti di Germania e Olanda a fascismo e nazismo: frasi "vergognose". Commenti "inaccettabili" anche per il ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault. Così come per la cancelliera tedesca Angela Merkel, dopo che anche le cancellazioni di comizi turchi in Germania nei giorni scorsi sono state paragonate a quelle del nazismo. "La Germania respinge in maniera assoluta" tali frasi, ha detto, "questo rifiuto è valido anche per i nostri alleati, come l'Olanda. Questi paragoni sono del tutto sbagliati".