Trump rilancia spesa militare. Corrono anche Cina, Russia ed Ue

Investimenti per 54 miliardi di dollari, da recuperare con tagli alla spesa sociale

 "Uno dei più grandi aumenti di spesa per la difesa nazionale nella storia americana". Il presidente Usa Donald Trump ha gettato, nel corso del suo discorso al Congresso, il suo guanto di sfida al mondo, rilanciando la "leadership americana basata su interessi di sicurezza vitali" condivisi con gli alleati. Leadership per garantire la quale l'impegno Usa sarà "diretto, robusto e sinificativo". Non ha parlato di cifre, ma secondo il New York Times dalla Casa Bianca la cifra è uscita: 54 miliardi di dollari, da recuperare con tagli alla spesa sociale. Una cifra pari esattamente al doppio dell'intera manovra italiana 2017.

Ma in effetti che livello di aumento rappresenta? Attualmente gli Usa prevedono per il 2017 una spesa di 524 miliardi, sostanzialmente in linea con i quasi 522 del 2016 e in forte calo rispetto ai 598 miliardi del 2015. Negli anni della presidenza Obama il budget è progressivamente sceso. Bush aveva portato la spesa fino a un picco – raggiunto il primo anno di Obama, nel 2010 – di 721 miliardi. Obama l'ha ridotto di quasi duecento miliardi. Ora Trump vuole ritornare ai livelli pre-Obama.

E il resto del mondo che fa? La Cina ha un bilancio militare ufficiale pari a circa 150 miliardi di dollari. E non solo ha già annunciato l'intenzione di portarlo fino al livello di 233 miliardi entro i prossimi tre anni, ma potrebbe anche già essere molto più alto del dichiarato. I numeri ufficiali diffusi da Pechino infatti sono significativamente inferiori a quelli stimati dal dipartimento della Difesa Usa e dal Sipri, l'Istituto per la ricerca sulla pace internazionale di Stoccolma, secondo il quale già nel 2015 aveva superato i 215 miliardi. In ogni caso il budget cinese comunque è cresciuto esponenzialmente negli ultimi vent'anni: nei primi anni '90 valeva meno di 10 miliardi di dollari.

Sorprendentemente, il terzo Paese per spesa militare – secondo le stime del Sipri – non è la Russia, ma l'Arabia saudita – attualmente in guerra con lo Yemen e in competizione per l'influenza regionale con l'Iran -. Riyad ha superato Mosca nel 2015, toccando quota 87 miliardi, contro i 66 dei russi. Anche in questo caso non c'è molta trasparenza ma in ogni caso i sauditi hanno annunciato un incremento del 6,7% per il 2017 sull'anno scorso. Anche Putin sta espandendo il bilancio militare di anno in anno – passato da meno dell'1% del Pil a oltre il 7% – puntando soprattutto sul nucleare.

E l'Europa? Complessivamente l'Europa ha speso 226 miliardi di dollari nel 2016. A fare la parte del leone (dati riferiti al 2014 diffusi dalla European Defence Agency) sono Regno Unito e Francia, rispettivamente con 48 e 39 miliardi, seguiti dalla Germania con 34 e dall'Italia con 18. Ma ora Bruxelles ha messo in campo un piano di azione per una difesa europea che propone una spesa da 5,5 miliardi di euro (5,8 miliardi di dollari) da destinare all'acquisto di elicotteri, droni e tecnologia da mettere in comune.