Il muro con il Messico verrà costruito presto e gli Stati Uniti torneranno a imporsi come potenza militare nel mondo. Sono le promesse di Donald Trump, intervenuto alla Conferenza annuale di azione politica dei conservatori, a National Harbor, in Maryland, a pochi chilometri da Washington. Un discorso che fa seguito all'intervista rilasciata ieri dal presidente a Reuters, nel corso della quale ha rilanciato la corsa al riarmo nucleare e contro cui si è scagliato oggi il mondo politico russo che parla di "rischio catastrofe globale".
"Non sto rappresentando il mondo, sta rappresentando il vostro Paese. Siamo statunitensi e il futuro appartiene a noi", ha detto Trump alla Conferenza dei conservatori, sottolineando che "la cooperazione globale va bene", ma ancora non esiste "una moneta globale" o una "bandiera globale". Davanti a una platea di attivisti che in questi giorni vedranno tra gli altri il volto più noto del partito britannico Ukip Nigel Farage e Wayne LaPierre, vice presidente della National Rifle Association, Trump ha promesso di lavorare per recuperare l'influenza del Paese come leader mondiale. "Quando è stata l'ultima volta che abbiamo vinto? Quando è stata l'ultima volta che abbiamo vinto una guerra?", si è chiesto, promettendo un aumento della spesa nella difesa in modo che "nessuno si metta contro di noi", visto che, ha aggiunto, "credo nella pace attraverso la forza".
Proprio ieri, sul tema degli armamenti, Trump aveva sostenuto che "sarebbe meraviglioso, un sogno, se nessun Paese avesse testate nucleari, ma se i Paesi hanno testate nucleari allora noi saremo il 'top of the pack' (cioè i migliori, ndr)". Parole su cui oggi Mosca non è rimasta in silenzio. "Se Washington prenderà la strada dell'egemonia nel settore nucleare, inevitabilmente ripartirà la corsa agli armamenti e il mondo tornerà alla Guerra fredda. Sarebbe una catastrofe per la civiltà globale", ha commentato Leonid Slutski, capo della commissione Esteri della Duma, la Camera dei deputati della Russia. E il capo della commissione Affari internazionali, Konstantin Kosachov, si è chiesto se lo slogan di Trump di 'Rendere l'America di nuovo grande' significhi "egemonia in ambito nucleare". In questo caso, ha aggiunto, "il mondo tornerà ai tempi della corsa agli armamenti degli anni '50 e '60".
Ma l'attenzione di Trump a National Harbor si è concentrata anche sul tema caldo del muro alla frontiera con il Messico, dopo la visita nei giorni scorsi nel Paese del segretario di Stato Rex Tillerson e quello alla Sicurezza nazionale John Kelly che hanno incontrato il presidente Enrique Peña Nieto. "Costruiremo il muro, non vi preoccupate. Di fatto, inizierà presto, prima del previsto", ha detto il capo della Casa Bianca, difendendo il suo piano per il controllo dell'immigrazione che servirà, ha detto, a cacciare dal Paese "i cattivi". Questa settimana il governo ha fatto sapere che l'obiettivo è dare il via alle opere di costruzione della barriera in tre località: Tucson (Arizona), El Centro (California) ed El Paso (Texas).
Trump è poi tornato su un tema a lui molto caro: il mondo dell'informazione. "I media sono molto intelligenti, molto astuti e disonesti. Dobbiamo lottare contro di loro. Si arrabbiano quando mettiamo in luce le loro notizie false", ha affermato, dopo che oggi aveva lanciato l'ennesimo duro tweet sulla fuga di informazioni. "L'Fbi – ha scritto – è del tutto incapace di fermare i responsabili di fughe di notizie sulla sicurezza nazionale che hanno permeato a lungo il nostro governo. Non li riescono nemmeno a trovare all'interno dello stesso Fbi. Ai media stanno venendo date informazioni riservate che potrebbero avere un effetto devastante sugli Stati Uniti".