Julian Assange ribadisce di essere disposto a consegnarsi agli Stati Uniti, ma a condizione che vengano garantiti i suoi diritti. "Ribadisco tutto quello che ho detto, compresa l'offerta di andare negli Stati Uniti" in relazione alla scarcerazione di Chelsea Manning, ma "la commutazione della pena non avverrà fino a maggio. Possiamo avere molte discussioni da qui ad allora", ha detto il fondatore di Wikileaks parlando in audio-conferenza in diretta dall'ambasciata dell'Ecuador a Londra, dove si trova dal 2012. Rispondendo alla domanda di Reuters sul se intendesse consegnarsi adesso alle autorità Usa, Assange ha risposto che la sua posizione non è cambiata e ha ribadito che gli Usa dovrebbero chiudere il caso contro di lui o rivelare eventuali accuse a suo carico.
"Non vediamo l'ora di avere una conversazione con il dipartimento di Giustizia su quale sia la strada corretta", ha proseguito, dicendosi sicuro che vincerebbe qualsiasi caso giudiziario contro di lui. Mercoledì il presidente Usa uscente, Barack Obama, ha commutato la condanna a 35 anni di carcere a carico di Chelsea Manning, analista dell'intelligence militare 'talpa' di Wikileaks, stabilendo che verrà scarcerata a maggio.
Fonte Reuters – Traduzione LaPresse