Onu vota contro le colonie in Israele: Usa si astengono

La risoluzione condanna la politica israeliana degli insediamenti chiedendo lo stop immediato e completo

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha approvato una risoluzione che condanna la politica israeliana degli insediamenti chiedendo lo stop immediato e completo. Gli Stati Uniti, dopo aver posto il veto nel 2011 per una risoluzione simili, si sono invece astenuti permettendo che il testo passasse con l'appoggio del resto dei membri del Consiglio.

La risoluzione è stata presentata al consiglio di 15 membri da Nuova Zelanda, Malesia, Venezuela e Senegal.  Israele e il presidente eletto Usa, Donald Trump avevano chiesto agli Stati Uniti di porre il veto. Il testo è stato adottato con 14 voti a favore.

Trump aveva infatti chiesto al presidente Barack Obama di porre il veto ed era riuscito ieri a convincere l'Egitto a ritirare il proprio testo.

L'ambasciatore della Malesia, Dato' Ramlan Ibrahim, ha spiegato poco prima della votazione che i quattro Paesi consideravano importante "cogliere l'opportunità" e il "crescente consenso" in seno al Consiglio, a fronte anche del progetto di legge che è in discussione al Parlamento israeliano per legalizzare in modo retroattiva le colonie ebraiche in Cisgiordania.

La risoluzione approvata oggi pretende che Israele cessi la sua politica di insediamenti nei territori palestinesi, inclusa Gerusalemme est, e insiste sul fatto che soluzione del conflitto in Medioriente passi per la creazione di uno Stato palestinese che conviva insieme a Israele.

Questa via, tuttavia, si legge nel testo, è posta in pericolo dall'espansione delle colonie, che stanno arrivando a una "realtà di Stato".

Secondo la risoluzione, gli insediamenti "costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale e un grande ostacolo per costruire la soluzione dei due stati, così come una pace giusta, duratura e completa".

Inoltre, il Consiglio ribadisce che non riconoscerà alcuna modifica alle linee tracciate nel 1967  salvo diverso accordo tra le due parti attraverso i negoziati. Così, condanna "tutte le misure volte ad alterare la composizione demografica, il carattere e lo stato del territorio palestinese occupato dal 1967, compresa Gerusalemme Est, in cui accadono confische e  demolizioni di case palestinesi.

Allo stesso tempo, il massimo organo decisionale dell'Onu chiede misure per prevenire "tutti gli atti di violenza contro i civili, inclusi atti di terrorismo, così come tutti gli atti di provocazione e distruzione" e condanna l'incitamento all'odio.

Diversi membri del Consiglio di Sicurezza hanno sostenuto che si tratta di una risoluzione equilibrata e che, in fondo semplicemente ribadisce una posizione che difende l'Onu e la quasi totalità della comunità internazionale.

La risoluzione è la prima sul conflitto in Medioriente che il Consiglio approva dal 2009.