"Dobbiamo constatare con grande tristezza che, nonostante i molti sforzi prodigati in vari ambiti, la logica delle armi e della sopraffazione, gli interessi oscuri e la violenza continuano a devastare la Siria e l'Iraq e che finora non si è saputo porre fine alle estenuanti sofferenze e alle continue violazioni dei diritti umani". E' quanto lamenta Papa Francesco, ricevendo in udienza nella sala Clementina del Palazzo Apostolico i membri degli organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi umanitaria in Siria e Iraq, insieme in Vaticano a Staffan de Mistura inviato speciale del segretario generale dell'Onu.
"Le conseguenze drammatiche della crisi sono ormai visibili ben oltre i confini della regione: ne è espressione il grave fenomeno migratorio – sottolinea il Pontefice – La violenza genera violenza e abbiamo l'impressione di trovarci avvolti in una spirale di prepotenza e di inerzia da cui non sembra esserci scampo. Questo male che attanaglia coscienza e volontà ci deve interrogare: perché – si chiede il Papa – l'uomo, anche al prezzo di danni incalcolabili alle persone, al patrimonio e all'ambiente, continua a perseguire le prevaricazioni, le vendette, le violenze?"
NAZIONI UNITE IMPORTANTI PER FINE GUERRA. "Incoraggio le Nazioni Unite per il lavoro di sostegno e mediazione per la fine della guerra!" ha detto il Pontefice nell'udienza agli organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi umanitaria in Siria, Iraq e nei paesi limitrofi. Francesco ha auspicato che si fermino le violenze in SIria e Iraq, ha riferito la Caritas. Presente all'incontro il mediatore Onu in Siria Staffan De Mistura. "Al di là dei necessari aiuti umanitari, ciò che oggi i nostri fratelli e sorelle della Siria e dell`Iraq desiderano più di tutto è la pace. Non mi stanco perciò di chiedere alla comunità internazionale maggiori e rinnovati sforzi per giungere alla pace in tutto il Medio Oriente e di chiedergli di non guardare dall`altra parte", ha detto il Papa a quanto riportato dalla Radio vaticana.
"Porre fine al conflitto è anche nelle mani dell`uomo: ognuno di noi può e deve farsi costruttore di pace, perché ogni situazione di violenza e ingiustizia è una ferita al corpo dell`intera famiglia umana. La mia richiesta si fa preghiera quotidiana a Dio di ispirare le menti e i cuori di quanti hanno responsabilità politiche, affinché sappiano rinunciare agli interessi parziali per raggiungere il bene più grande: la pace. Questo incontro mi dà, in tale prospettiva, l`opportunità di ringraziare e di incoraggiare le istanze internazionali, in particolare le Nazioni Unite, per il lavoro di sostegno e di mediazione presso i diversi Governi, affinché si concordi la fine del conflitto e si ponga finalmente al primo posto il bene delle popolazioni inermi. E' una strada che dobbiamo percorrere insieme con pazienza e perseveranza, ma anche con urgenza, e la Chiesa non mancherà di continuare a dare il suo contributo".