Hillary Clinton "non ha altri problemi di salute al di là della polmonite". Lo assicura il portavoce della della candidata democratica Brian Fallon alla catena Msnbc.
La campagna di Clinton ha ammesso di aver fatto qualche errore di comunicazione dopo il malore che ha colpito Hillary durante la cerimonia a Ground Zero per l'11 settembre ieri mattina. "Avremmo potuto fare di meglio", ha scritto sul proprio account Twitter, Jennifer Palmieri, capo del settore della comunicazione della candidata democratica. "Ma è un fatto – aggiunge Palmieri – che il pubblico sappia di HRC (Hillary Rodham Clinton, ndr) più che di qualsiasi altro candidato della storia". In un tweet successivo, Palmieri sottolinea la differenza tra Clinton e il candidato repubblicano Donald Trump, affermando che "Al contrario di HRC, Trump è stato meno trasparente di qualsiasi altro candidato nella storia moderna".
E lo sfidante repubblicano Donald Trump, finora rimasto silente sulla polmonite della candidata democratica, si è espresso oggi augurandosi che Clinton guarisca presto, ma sottolineando come la salute sia a sua parere una questione importante per la campagna elettorale. Tanto che ha annunciato che presto diffonderà informazioni dettagliate sul proprio stato di salute.
Hillary Clinton riprenderà la campagna elettorale questa settimana. Lo ha annunciato il suo portavoce, Brina Fallon alla catena Msnbc, precisando che ulteriori documenti sanitari sullo stato di salute della candidata democratica alla Casa Bianca saranno resi pubblici nei prossimi giorni.
Il Wall Street Journal ha dedicato un duro editoriale contro la candidata democratica spiegando perchè, dopo le sue dichiarazioni contro i sostenitori del rivale Donald Trump, potrebbe perdere le elezioni. "I democratici sono talmente convinti che Trump sia una minaccia da non poter riconoscere che Clinton sia inaccettabile allo stesso modo per la maggioranza del Paese", sostiene il quotidiano. Per il Wall Street Journal, "si può dire" che i commenti di Clinton, che ha definito "deplorevole" la metà dei sostenitori di Trump, sono peggio di quelli del 2012 dell'allora candidato presidenziale repubblicano, Mitt Romney, contro il "47 per cento" dei cittadini che non avrebbero mai votato per lui perché "dipendenti del governo".