Libia, tutto pronto a Sigonella per i raid degli Usa contro l’Isis

Gli accordi per l'uso della base sarebbero già stati firmati

L'Italia è pronta a fare la sua parte in Libia, ma in maniera limitata. Non si dovrebbe trattare né di soldati né tanto meno di jet. Il giorno dopo i bombardamenti americani sul Paese nordafricano, il nostro ministro degli Esteri dice: "Valuteremo se ci saranno richieste". Il premier libico Fayez al Serraj, ieri, aveva chiarito di aver chiesto di intervenire direttamente a Washington. Se dovesse farlo con Roma, il Governo valuterà. "Se prenderemo una decisione, ne daremo informazione al Parlamento", precisa il ministro Paolo Gentiloni.

"E' un fatto molto positivo che gli americani abbiano deciso di intervenire – ha spiegato Gentiloni intervenendo a 'Uno Mattina' su Rai1 -. Il 90% dei migranti che arrivano in Italia provengono dalla Libia e questo è il motivo per il quale ci interessa così tanto la stabilizzazione del Paese oltre che per la minaccia terroristica. Inoltre la Libia è potenzialmente ricchissima e" ci interessa che "torni a essere un Paese ricco di possibilità".

Le reazioni, infatti, non si sono fatte attendere. "Leggiamo dai giornali che l'Italia starebbe valutando la possibilità di permettere l'utilizzo delle basi nel nostro territorio per i caccia Usa che bombardano la Libia", afferma Arturo Scotto, deputato di Sinistra Italiana. "Visto che il Parlamento è ancora in funzione – ironizza Scotto – sarebbe utile che il Governo venisse a riferire in Aula sulla sue reali intenzioni". Il capogruppo di Forza Italia in commissione Difesa, Elio Vito, ha scritto su Twitter che il partito fondato da Silvio Berlusconi "sarà responsabile, non come la sinistra".

E' arrivata la conferma che il Governo informerà il Parlamento: oggi il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, sarà a Montecitorio, durante il question time, per chiarire. Il gruppo del Partito democratico alla Camera ha presentato un'interrogazione in cui si chiede di spiegare "quale sia il coinvolgimento attuale e futuro del nostro Paese nelle azioni aeree portate avanti dagli Usa in Libia". Il Governo poi riferirà nuovamente sulla situazione in Libia, giovedì, tramite un'informativa alle commissioni parlamentari riunite di Esteri e Difesa. Ancora da stabilire in quale ramo del Parlamento effettivamente si terrà l'informativa.

In attesa dei due appuntamenti parlamentari, filtra che l'Italia non si impegnerà con un invio di soldati e aerei. Le basi militari di Sigonella, Birgi e Aviano, i primi due in Sicilia e il terzo in Friuli-Venezia-Giulia, potrebbe però essere usate per il decollo di velivoli (e forse anche droni) con la bandiera a stelle e strisce. Secondo le indiscrezioni, sembra che gli accordi Italia-Usa su Sigonella siano già firmati: l'esecutivo italiano dovrebbe rispondere tempestivamente alle richieste di Washington. Su Birgi e Aviano, invece, non è chiaro se ci sia già un documento d'intesa.