Francia, scontri e tensioni contro riforma lavoro: 16 arresti

Ottavo giorno di scioperi, cala produzione in centrali nucleari. Proteste a Parigi, Bordeaux e Nantes

Ottavo giorno di proteste in Francia contro la riforma del lavoro voluta dal governo. Le manifestazioni contro la riforma del lavoro francese registrano alcuni scontri a Parigi, tra persone incappucciate che si sono staccate dal corteo e le forze di polizia. Lo riporta il quotidiano francese 'Le Parisien', sul suo sito internet. Viene pubblicata anche una foto delle vetrine di un supermercato Franprix, popolare catena francese, che sono state rovinate a rue Chaligny, nel 13esimo arrondissement. Le proteste hanno provocato danni nella città di Bordeaux, dove un centinaio di persone hanno preso di mira una stazione di polizia, gettando oggetti e rovinando una macchina. Nella città di Nantes, invece, sono state distrutte le vetrine di una banca. La cosiddetta 'loi travail' proposta dal governo di Manuel Valls prevede un aumento della flessibilità nel mercato del lavoro. Il testo, se adottato così com'è, consacra "la supremazia degli accordi interni all'azienda, rispetto a quella nazionale di settore".  

SEDICI ARRESTI. Sedici persone sono state arrestate a Parigi durante le proteste contro la riforma del lavoro organizzate oggi in tutta la Francia. Nella capitale i manifestanti hanno rotto le finestre delle banche, lanciando pietre e dando fuoco alle auto. Le forze dell'ordine hanno risposto sparando gas lacrimogeni per disperdere la folla. Secondo la polizia, circa 18-19mila persone hanno preso parte alle protese: oltre 100mila secondo i dati forniti dal sindacato Cgt. La prossima grande giornata di proteste è prevista per il 14 giugno, quattro giorni dopo l'apertura degli Europei di calcio a Parigi. La CGT ha avvertito che l'evento potrebbe essere interrotto se il governo si rifiuterà di ritirare il disegno di legge.

BLOCCO CENTRALI NUCLEARI. Continuano e si moltiplicano i blocchi dei centri industriali, in particolare degli impianti petroliferi e delle centrali nucleari, così come su ponti, linee ferroviarie e autostrade, in protesta contro la riforma del lavoro elaborata dal governo. La Cgt, principale sindacato del Paese, alla guida delle contestazioni, fa sapere che lo sciopero di oggi, votato in maggioranza nelle 19 centrali nucleari del Paese (che generano più del 75% dell'elettricità), non provocherà lo spegnimento dei 58 reattori, ma una riduzione del carico che questa mattina era di 5000 megawatt.