Comprensione reciproca tra Turchia e Unione europea in materia di terrorismo per salvare l'accordo sui migranti siglato a marzo scorso. È l'appello del commissario Ue per le Migrazioni, Dimitris Avramopulos, ha rivolto ad Ankara e Bruxelles in un'intervista a Efe. "Dobbiamo comprendere la sensibilità della Turchia sul terrorismo. Sta continuando a contare vittime. Ma allo stesso tempo la Turchia deve comprendere le posizioni dell'Europa sul terrorismo. Entrambi possono trovare un punto di incontro", ha dichiarato Avramopoulos. Il rifiuto di Ankara di modificare la sua legge anti-terrorismo per allinearla agli standard europei, con la garanzia che non verrà applicata a giornalisti e accademici, ha creato tensioni nei negoziati con Bruxelles, che vedono queste modifiche necessarie per avanzare sull'esenzione dei visti per i cittadini turchi, inserita nell'accordo sui migranti.
Nonostante le tensioni degli ultimi giorni, il commissario Ue ha sottolineato che "l'attuazione dell'intero accordo con la Turchia è il nostro piano A" e sarà vantaggioso per entrambe le parti. I leader comunitari e l'allora primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, avevano siglato il 18 marzo scorso un accordo di cooperazione per fermare l'incessante flusso di migranti irregolari sulle isole greche dalla Turchia in cambio di 6 miliardi di euro, la liberalizzazione dei visti per cittadini turchi entro la fine di giugno e una spinta verso l'adesione turca all'Ue. Le dimissioni di Davutoglu della scorsa settimana hanno gettato un'ombra sulla possibile attuazione dell'accordo, rafforzata poco dopo dalle parole dello stesso presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, contro le modifiche alla legge anti-terrorismo. "Spero che la Turchia continuerà a lavorare con l'Ue come previsto dal governo di Davutoglu in un clima cordiale e propositivo", ha commentato Avramopoulos evitando di precisare i possibili effetti delle dimissioni del premier e limitandosi a dire che si tratta "di una questione interna alla Turchia".
Per permettere ai quasi 80 milioni di cittadini turchi di viaggiare senza visti nello spazio Schengen, che comprende gli stati membri dell'Unione tranne Regno Unito, Irlanda, Bulgaria, Romania e Cipro, Bruxelles ha chiesto ad Ankara di soddisfare 72 requisiti. Secondo l'ultima relazione, pubblicata dalla Commissione europea lo scorso 4 maggio, Ankara non ha ancora completati cinque e deve apportare quindi miglioramenti nella lotta contro la corruzione, la cooperazione giudiziaria penale con l'Ue e con Europol, la protezione dei dati personali e la modifica della sua legge antiterrorismo. "Non abbasseremo i nostri standard per consentire l'esenzione dal visto" (ai cittadini turchi), ha detto Avramopoulos, fiducioso che le autorità turche daranno un "rush finale prima di giugno" per realizzare le riforme necessarie.
Secondo Avramopoulos, l'accordo con la Turchia ha già portato ad una "drastica riduzione" della migrazione verso l'Europa. Ora è quindi è il momento per gli Stati membri di assumere gli impegni presi sul ricollocamento dei profughi dalla Grecia. Delle 160mila persone che i paesi Ue si sono impegnati a ricollocare in due anni dalla Grecia e dall'Italia ad altri membri dell'Unione Europea, solo 1.500 sono state effettivamente trasferite, secondo gli ultimi dati forniti dalla Commissione stessa. Per quanto riguarda invece nuove rotte migratorie (verso l'Italia) dopo i controlli sul Mar Egeo e la chiusura della cosiddetta 'rotta balcanica', il commissario Ue ha spiegato che "per ora non c'è frammentazione della rotta, ma che è necessario "stare all'erta".