Un gelato confezionato ha rischiato di scatenare una piccola crisi diplomatica tra Russia e Stati Uniti. Si chiama 'Obamka' (ossia Piccolo Obama) e vede raffigurato sulla confezione un bambino di colore, scalzo e sorridente e con un anello all'orecchio sinistro e un bracciale alla caviglia destra. Era in vendita sui supermercati russi, dalla ditta Slavitsa, accusata per il suo prodotto di razzismo e di anti-americanismo. In seguito alle polemiche, l'azienda è stata costretta a interrompere la produzione. La società di Naberezhnie Celnì, nella repubblica russa del Tatarstan, si era difesa dicendo che si trattava di "un prodotto per bambini e lontano dalla politica", ma alla fine ha ceduto alle pressioni.
Lo scandalo è scoppiato quando un cliente ha pubblicato la foto del gelato sui social che presto è diventata virale. Sul caso si è soffermato anche lo Sportello dei diritti. "La piattaforma online – osserva a proposito Giovanni D'Agata, presidente dello Sportello – è uno strumento potente e indispensabile che non tutti usano in modo costruttivo. C'è anche chi, approfittando dell'anonimato dietro il quale ci si può trincerare in rete, usa i social network per sfogare rabbia e odio, per calunniare e diffondere teorie cospirative".