Più della metà dei senatori brasiliani, 41 su 81, si è dichiarata favorevole all'impeachment della presidente Dilma Rousseff. Dopo 18 ore di sessione di dibattito hanno preso la parola 58 senatori, dei quali 41 si sono detti favorevoli alla messa in stato d'accusa, 16 contrari, uno ha espresso chiaramente la sua intenzione. Se ci sarà l'approvazione, a maggioranza semplice, Rousseff sarà sospesa dall'incarico oggi stesso e per un periodo massimo dei 180 giorni che può durare il processo. In questo caso, sarà sostituita dal vice presidente Michel Temer, che in caso di definitiva sostituzione dovrebbe completare il mandato presidenziale che si concluderà il 1 gennaio 2019.
Il senatore che con il suo discorso è stato decisivo nell'orientare l'ago della bilancia verso l'impeachment è stato Blairo Maggi, del Partito progressista, che ha detto di aver ricevuto da Temer l'invito a ricoprire da oggi il ministero dell'Agricoltura. Maggi, del Partito progressista che ad aprile ha rinunciato all'alleanza con il governo Rousseff e si è pronunciato a favore dell'impeachment, guida la compagnia Andre Maggi Group, maggior produttrice mondiale di soia. I pochi sostenitori di Rousseff hanno insistito sul fatto che il Brasile è in marcia verso "un golpe contro la democrazia", nonostante ieri la Corte suprema abbia avallato il processo respingendo l'ultimo ricorso presentato dall'avvocatura di Stato. L'unico che non ha chiarito la sua posizione è stato Fernando Collor de Mello, che nel 1992 rinunciò alla presidenza quando affrontò un processo di destituzione simile, che però è stato molto critico sul Rousseff.
Le accuse contro la presidente si basano su alcune manovre fiscali del governo tra il 2014 e il 2015, ritenute irregolari. Tuttavia, molti senatori si schierano in realtà sulla base del caso Petrobras, della crisi economica e del 'tradimento' delle promesse fatte in campagna elettorale. La sessione al Senato è iniziata alle 10 locali di ieri (le 15 italiane) e si sono iscritti per intervenire 71 senatori su 81, tutti con 15 minuti di tempo. Devono ancora parlare 13 senatori, quindi la sessione continuerà all'incirca per altre tre ore e mezza prima che si possa procedere al voto.
SCONTRI E ARRESTI. La polizia di Brasilia intanto ha arrestato un uomo sospettato di aver lanciato pietre contro gli agenti, durante scontri con la polizia e i dimostranti contrari all'impeachment della presidente Rousseff. I disordini, in cui i poliziotti hanno lanciato gas lacrimogeni, si sono verificati mentre al Senato era in corso il dibattito sulla messa in stato d'accusa, hanno dichiarato fonti ufficiali. Secondo il calcolo delle forze dell'ordine, nella Spianata dei ministeri di Brasilia si sono radunati circa 5mila manifestanti pro Rousseff e altri 4mila che chiedono il suo impeachment, divisi da una barriera.
Nel cuore della notte, quando la sessione del Senato superava ormai la durata di dodici ore, nell'area sono rimaste poche centinaia di persone. Intanto, ora il Brasile attende che il Senato decida sul verdetto che segnerà il destino della presidente.