In Serbia alle 7 si sono aperti i seggi per le elezioni politiche anticipate. Il partito Progressista serbo (Sns) del primo ministro, Aleksandar Vucic, è il favorito assoluto nelle elezioni anticipate di oggi, dove l'unica incognita rimane l'entità della vittoria. Le elezioni parlamentari sono state convocate due anni prima del previsto da Vucic per dare nuovo impulso alle riforme del Paese, candidato a entrare nell'Unione europea, che prevede di completare il percorso nel 2020 quando si concluderà il mandato del nuovo governo.
I sondaggi danno la coalizione di centro guidata dall Sns a oltre il 50% dei voti, doppiando quasi gli altri partiti, nonostante nei due anni da quando è al potere Vucic abbia intrapreso una politica di austerità, con tagli a pensioni e salari. Secondo i sondaggi, tra i 20 partiti e coalizioni che si presentano, solo sei riusciranno a entrare in Parlamento. Ben al di sotto del Sns, con il 12% di preferenze, si piazza il partito socialista serbo (Sps) dell'attuale ministro degli Esteri, Ivica Dacic, che si presenta come difensore dei diritti sociali. L'opposizione politica ugualmente europeista è debole e frammentata, e il suo principale esponente, l'ex partito di governo Ds, rischia di arrivare solo al 6% dei voti.
Dopo di anni di assenza, i partiti di destra che si oppongono all'ingresso in Europa e spingono per relazioni più strette con la Russia, come il partito radicale serbo (Srs) dello stesso Seselj, potrebbero ottenere fino all'8% delle preferenze.