Centinaia di persone hanno protestato contro Donald Trump fuori dall'arena del First Niagara Center di Buffalo dove il candidato alla nomination repubblicana stava chiudendo la propria campagna elettorale a poche ore dal voto per le primarie nello stato di New York. Secondo quanto riferisce la Abc, almeno sei persone sono state arrestate e altri 21 manifestanti sono stati allontanati con forza dalla zona dopo essere riusciti a introdursi nell'arena. Le contestazioni sono iniziate infatti quando Trump ha preso la parola. Intorno all'arena un centinaio di agenti di polizia che cercavano di mantenere la calma.
IL VOTO DECISIVO. Tutto è pronto nello Stato di New York per le primarie di oggi che potrebbero segnare il futuro della corsa alla Casa Bianca. Secondo gli ultimi sondaggi, la favorita tra i democratici è senza dubbio Hillary Clinton, mentre Trump non sembra intenzionato a cedere a nessun altro repubblicano la vittoria nello Stato. Ma sul lato democratico le preferenze a livello nazionale non sono così chiare e, anzi, l'enorme distanza che separava inizialmente Clinton dal suo rivale, il senatore Bernie Sanders, diventa ogni giorno sempre più stretta. Un sondaggio del Wall Street Journal e dell'emittente Nbc diffuso oggi mostra come la differenza tra l'ex segretario di Stato e il senatore del Vermont è ora di soli due punti percentuali: all'inizio della campagna elettorale, nel giugno scorso, la distanza era di 60 punti.
Dal canto suo, Sanders, nato nello Stato di New York e poi trasferitosi in Vermont, arriva alla elezione oggi con un maggior successo di quello recentemente raccolto da Clinton. Nelle primarie dallo scorso 22 marzo, il senatore ha vinto in sette Stati, Clinton solo in Arizona. Indipendentemente da ciò che indicano i sondaggi, l'ultima parola andrà ai delegati che ognuno dei due riuscirà a conquistare e che voteranno secondo il mandato ricevuto quando saranno alla convention democratica per eleggere il candidato presidenziale. E in questo senso che Clinton rischia di sorpassare Sanders, con 1.776 delegati contro i 1.125 del senatore, tra cui i cosiddetti 'superdelegati' o dirigenti del partito che, nonostante non abbiano ricevuto un mandato specifico, si devono pronunciare esplicitamente per uno dei due. Sul versante repubblicano, il magnate newyorkese Donald Trump avanza con un ampio vantaggio nei sondaggi a livello nazionale e nel numero di delegati rispetto al suo immediato rivale, il senatore del Texas, Ted Cruz.
Nelle primarie di oggi a New York, secondo una rilevazione dell'emittente Fox, Trump è il favorito con il 53,1% delle preferenze, oltre il doppio rispetto al governatore dell'Ohio, John Kasich, fermo al 22,8 %. Trump, che ha saputo conquistare odio e fedeltà nello Stato con le sue posizioni radicali, è talmente sicuro della sua vittoria nella città di New York che per il discorso di chiusura della campagna elettorale è andato a nord, a Buffalo, quasi al confine con il Canada. Poche ore prima, a New York, nella torre che porta il suo nome, ha incontrato un ristretto gruppo di un'associazione di minoranze che lo appoggia dove ha ribadito che vincerà con l'appoggio di milioni di elettori. In una breve dichiarazione rilasciata ai media locali, Trump ha ripetuto lo slogan della sua campagna: rendere gli Stati Uniti una nazione "grande" con "frontiere sicure".
Hillary Clinton, che sa di avere molto in gioco a New York, tra cui i 291 delegati a disposizione, ha dedicato l'ultimo giorno incontrando i lavoratori degli autolavaggi a Queens e partecipando, tra gli altri impegni, a un dibattito sulle politiche per le donne. Infine, l'ex first lady ha insistito sul suo programma progressista promosso quando ha lanciato la sua campagna elettorale nel giugno scorso proprio a New York. "In questa elezione non si tratta di me, ma del programma che abbiamo presentato al Paese, un programma che guarda ai progressi che dobbiamo ottenere", ha dichiarato. Sanders, che domenica ha riunito migliaia di persone nel quartiere di Brooklyn, dove è nato, ha incontrato i suoi sostenitori passeggiando in diverse zone della città "per mantenere un contatto diretto con la gente", come ha spiegato. E questa notte, ha tenuto il suo discorso di chiusura a Long Island, di fronte all'isola di Manhattan, invocando una partecipazione massiccia al voto di oggi. "Se avremo una grande affluenza, vinceremo New York", ha dichiarato alla presenza dell'attore Danny Glover. Sanders ha insistito difendendo "la rivoluzione politica" portata avanti nella sua campagna, e ha rinnovato i suoi attacchi a Wall Street e al mondo della finanza. "Non è solo Wall Street, abbiamo un'economia truccata verso il basso", ha ribadito.