Il 18 marzo del 2015 l'attacco al museo di Tunisi che fece 24 morti, 4 italiani

Un anno fa la strage del Bardo a Tunisi. Il 18 marzo del 2015 un commando composto da due uomini armati attaccò il museo tunisino noto per la sua collezione di mosaici romani e adiacente al Parlamento, compiendo il primo dei tre grandi attacchi terroristici che hanno sconvolto la Tunisia nel 2015. Il bilancio complessivo fu di 24 morti: 21 turisti, fra cui quattro italiani (due dei quali torinesi), un poliziotto tunisino e i due terroristi. Le quattro vittime italiane sono la dipendente del Comune di Torino Antonella Sesino; Orazio Conte, marito di un'altra impiegata del Comune di Torino, Carolina Bottari, rimasta ferita; il novarese Francesco Caldara; Giuseppina Biella di Meda, in provincia di Monza e Brianza. Gli italiani uccisi erano approdati a Tunisi nell'ambito di una crociera sulla Costa Fascinosa nel Mediterraneo.

A un anno di distanza commemorazioni del tragico evento si tengono oggi sia in Italia che in Tunisia. A Torino appuntamento alle 9 dei dipendenti comunali in piazza Palazzo di città per ricordare le vittime con un minuto di silenzio, alle 12.30 Messa nella basilica del Corpus domini alla presenza del sindaco Piero Fassino; un'altra messa alle 18 al Sermig celebrata in memoria di Antonella Sesino e Orazio Conte, sempre alla presenza del primo cittadino del capoluogo piemontese.

A Tunisi la tragedia è ricordata con una serie di eventi in programma proprio al Bardo. Il museo rimane chiuso alle visite e, a partire dalle 17, ospita una cerimonia in cui – come ha spiegato in un'intervista a una radio locale Ridha Kacem, direttore generale dell'Agence nationale de mise en valeur du patrimoine et de promotion culturelle – l'orchestra sinfonica tunisina esegue il brano 'Le Bardo, la grande valse pour piano' composto nel 1890 per il bey di Tunisia, Ali Bey, con momenti di poesia e musica. In realtà il Bardo ha previsto che le commemorazioni si snodino nell'arco di una settimana, fino al 24 marzo, con l'organizzazione delle cosiddette 'notti del Bardo'. Dall'anno scorso all'ingresso del museo si trova una stele con i nomi di tutte le vittime dell'attacco: fu svelata il 29 marzo 2015 – alla presenza di numerosi leader mondiali, fra cui il premier Matteo Renzi -, nel giorno della marcia internazionale contro il terrorismo organizzata proprio a seguito dell'assalto al museo, sullo stile della marcia internazionale che si tenne a Parigi l'11 gennaio 2015 dopo gli attacchi cominciati con l'assalto a Charlie Hebdo.

Sulle responsabilità dell'attacco del Bardo non c'è chiarezza. Lo Stato islamico rivendicò, ma la veridicità della rivendicazione non è stata accertata. Le autorità tunisine, che nei giorni immediatamente successivi avevano citato il coinvolgimento del gruppo 'Okba Ibn Nafaa' attivo lungo il confine con l'Algeria (facendo sapere di avere ucciso nella provincia di Gafsa Khaled Chaib, anche noto come Lokman Abou Sakhr, comandante terrorista algerino accusato di aver contribuito a orchestrare l'attentato al Bardo), si sono più volte dette convinte che l'assalto al Bardo sia stato opera di Ansar al-Sharia, rifugiatosi in Libia. Ma recentemente, il 19 febbraio scorso, aerei da guerra degli Stati Uniti hanno bombardato una zona di Sabratha, nell'ovest della Libia: l'obiettivo era un campo dell'Isis e da Washington è emerso che si prendeva di mira un tunisino, Noureddine Chouchane, ritenuto legato proprio ai due attacchi del Bardo e di Sousse. Il bilancio di quel raid Usa è stato di 50 morti, la maggior parte tunisini, e fra le vittime pare ci fossero due diplomatici serbi che erano stati sequestrati a fine 2015.

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