Usa2016, dibattito Gop: Rubio e Cruz coalizzati contro Trump

Rubio attacca: "Due terzi dei votanti hanno dichiarato che non ti vogliono"

Tutti contro Donald Trump. Nello stesso giorno in cui l'ex candidato repubblicano alla Casa Bianca, Mitt Romney, ha accusato duramente Trump, i suoi rivali Ted Cruz e Marco Rubio hanno seguito la sua scia e si sono lanciati, coalizzati, contro il magnate newyorkese durante il dibattito repubblicano a Detroit trasmesso dalla Fox. 

Cruz e Rubio si sono mostrati decisamente agguerriti contro Trump, menzionandolo anche quando le domande non lo riguardavano direttamente. Come sua abitudine, il magnate ha risposto con durezza agli attacchi dei due senatori, dando vita a momenti di vera aggressività, mitigata in parte dagli interventi del quarto candidato nella corsa repubblicana, il governatore dell'Ohio, John Kasich, che ha evitato del tutto discussioni personali con i rivali. "Due terzi dei votanti hanno dichiarato che non ti vogliono", ha attaccato il senatore della Florida, Rubio, all'inizio del dibattito, per poi accusare Trump di non avere abbastanza valori conservatori. 

Al duello si è aggiunto anche Cruz, senatore del Texas: "Per quarant'anni Trump ha fatto parte della corruzione di Washington per cui i suoi elettori si sono arrabbiati. È qualcuno che ha usato il potere del governo per benefici privati". 

Come aveva fatto in altre occasioni, Cruz ha ricordato a Trump il suo precedente sostegno ai democratici e ad alcuni repubblicani che hanno redatto la proposta di riforma dell'immigrazione nel 2013. "Nel 2008, Trump ha sostenuto Hillary Clinton perchè fosse presidente", ha osservato il politico conservatore.

Trump si è difeso ricordando che "fino a poco tempo fa non era un politico ma un uomo d'affari e, come tale, ha cercato di fare il meglio per la sua azienda, per i suoi dipendenti e le famiglie, cosa che ha comportato un sostegno politico a entrambe le parti". "Nel 2008 ho sostenuto Hillary Clinton perchè stava facendo affari. Ho però anche sostenuto Ronald Reagan e George Bush. L'ultima persona che Clinton vuole affrontare sono io", ha assicurato il magnate mettendo sul tavolo le sue vittorie schiaccianti in queste primarie in dieci Stati e ricordando che Cruz ha ottenuto la maggioranza solo in quattro. 

Il miliardario di New York poi si è riferito al giovane senatore della Florida chiamandolo più volte "piccolo Marco" e incalzando su una battuta a doppio senso di Rubio nei giorni scorsi circa le mani 'piccole' di Trump: "garantisco che non c'è nessun problema", ha detto il magnate. 

E poi ancora: "Questo piccolo ha mentito sulla mia storia. L'accordo TPP è un disastro totale e Marco lo appoggia". 

Rubio torna all'attacco: "Non ha risposte, o domande sull'economia. E non è serio neanche in  materia di politica estera". "Gran parte – ha ribadito Rubio – del nostro futuro dipende dalla politica estera. Bisogna riprendere in mano questo tema e non possono farlo né Donald Trump né Hillary Clinton". Trump, secondo Rubio, non ne ha la necessaria "curiosità intelletuale o interesse". E ancora: "Ha espresso ammirazione per Vladimir Putin. Ma non ha ancora risposto a una sola domanda di politica estera".

Nel frattempo, Cruz ha valutato che "è facile dire 'rendiamo grande l'America' (riferendosi allo slogan della campagna di Trump), è facile anche stampare la frase su un tappo, ma questo non risolverà nulla", e ha ricordato che "il popolo americano sa che gridare non fa di te un duro".

L'unico candidato a non essere entrato direttamente nel dibattito con recriminazioni personali è stato Kasich. "Ora stiamo andando a nord verso il mio paese. Vincerò in Ohio", ha dichiarato riferendosi ai prossimi Stati che andranno al voto nel processo delle primarie verso la nomination presidenziale.