Voto marcato dall'incertezza, pesa la situazione economica

Seggi aperti in Irlanda, dove oggi circa tre milioni di cittadini sono chiamati a votare per le elezioni generali anticipate. I seggi hanno aperto i battenti alle 7 ora locale (le 8 in Italia) e chiuderanno alle 22 ora locale (le 23 in Italia). Sono 551 i candidati in corsa nelle 40 circoscrizioni per i 158 seggi che compongono la Camera bassa del Parlamento, Dßil in gaelico, che resterà in carica per i prossimi cinque anni. Il voto è marcato dall'incertezza del risultato e sulla scelta peserà la situazione economica del Paese, che dopo essere uscito nel 2013 dal piano di aiuti internazionali ha avuto un notevole progresso economico ma al prezzo di dure misure di austerità. Il conteggio delle schede non comincerà prima delle 9 di domani mattina (le 10 di domani in Italia).

A causa del complesso sistema elettorale irlandese lo scrutinio procederà con lentezza e i primi risultati dovrebbero arrivare intorno a mezzogiorno di domenica. L'annuncio ufficiale definitivo, invece, potrebbe giungere addirittura all'inizio della prossima settimana se saranno necessari riconteggi. Come d'abitudine in Irlanda, in alcune delle isole delle contee di Donegal nel nordovest, di Mayo nell'ovest e Galway nell'ovest gli elettori hanno già votato ieri in vista dell'arrivo del maltempo, che potrebbe comunque ritardare l'arrivo delle schede nel centro di conteggio di Dublino. Secondo i sondaggi, il Fine Gael di centrodestra del premier uscente Enda Kenny e il Partito laburista, che fa parte della coalizione del governo uscente, sarebbero lontani dall'ottenere voti sufficienti a formare nuovamente una maggioranza assoluta insieme. Entrambe le formazioni si sono presentate nella breve campagna elettorale (le elezioni sono state convocate il 3 febbraio) come gli artefici della ripresa economica, ma a loro si imputa anche l'applicazione di misure di austerità negli ultimi cinque anni per via del piano di salvataggio di 85 miliardi di euro richiesto nel 2010 dal precedente governo a Unione europea e Fondo monetario internazionale. Neanche il partito centrista Fianna Fail, che più volte ha governato l'Irlanda, è riuscito ad aumentare in modo significativo il suo consenso dopo il crollo elettorale che ha registrato a febbraio 2011, tre mesi dopo avere chiesto il salvataggio internazionale.

Il Fianna Fail, guidato da Micheal Martin, potrebbe mantenersi adesso come principale partito di opposizione, seppur con poco vantaggio sul partito di sinistra nazionalista Sinn Fein di Gerry Adams, che dovrebbe aumentare la sua presenza nel Dail. Ci sono poi diversi partiti più piccoli di sinistra e conservatori, nonché candidati indipendenti di diverso orientamento, che arriverebbero a occupare quasi un terzo della Camera bassa, ma la loro eterogeneità non li rende degli appoggi ideali per formare un governo stabile. Secondo i sondaggi, solo il Fine Gael del premier e il Fianna Fail otterrebbero seggi sufficienti per formare un esecutivo con una solida maggioranza assoluta, però i due grandi partiti irlandesi hanno escluso questa possibilità di alleanza durante la campagna elettorale. Se non ci sarà un accordo di coalizione fra i due, gli esperti non escludono che si possa andare a nuove elezioni entro sei mesi.

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