A rivendicare gli attentati lo Stato islamico: "Il bagno di sangue degli apostati e alawiti continuerà sino a quando la Terra sarà purificata"
E' salito ad almeno 140 morti il bilancio degli attentati rivendicati dallo Stato islamico a Homs e Damasco, secondo il conteggio dell'agenzia di Stato siriana Sana, che ha parlato di 83 vittime e 178 feriti nel sobborgo a maggioranza sciita Sayida Zeinab della capitale. In precedenza l'Osservatorio siriano per i diritti umani aveva informato della morte di 62 persone e del ferimento di 180. Sono invece, secondo gli attivisti, 57 i morti nell'attentato a Homs, nel quartiere Al-Zahraa abitato in maggioranza da alawiti. Tra i morti, precisa l'Osservatorio, ci sono almeno 39 civili. L'agenzia Sana ha invece parlato di 34 morti. Intanto, una cinquantina di jihadisti è stata uccisa dalle forze del regime e sue alleate nella provincia di Aleppo e il segretario di Stato americano John Kerry ha annunciato un "accordo provvisorio" con l'omologo russo Lavrov per una tregua in Siria.
QUATTRO ESPLOSIONI A DAMASCO. Nella capitale, nel sobborgo a maggioranza sciita di Sayida Zeinab, quattro detonazioni hanno ucciso almeno 83 persone e ne hanno ferite altre 178, nei dati dell'Osservatorio siriano per i diritti umani. Due esplosioni sono state causate da attentatori suicidi, che hanno fatto saltare le cinture esplosive che indossavano. La terza è avvenuta con un'autobomba, mentre si indaga sull'origine della quarta.
Lo Stato islamico si è attribuito la responsabilità degli attentati con una dichiarazione diffusa sui siti web jihadisti. "I soldati del califfato sono riusciti a compiere due operazioni nelle strade Al-Tin e Al-Fatmeya nella zona di Sayida Zeinab a Damasco, considerata la casa degli apostati e alawiti", setta sciita a cui appartiene il presidente Bashar Assad, hanno affermato i militanti. Hanno parlato di 90 morti e 160 feriti, aggiungendo che "se Allah vuole, il bagno di sangue degli apostati e alawiti continuerà sino a quando la Terra sarà purificata". L'agenzia ufficiale Sana ha parlato di tre esplosioni e non ha fornito un numero di vittime.
La zona di Sayida Zeinab si trova circa 17 chilometri a sud di Damasco ed è protetta dal gruppo sciita libanese Hezbollah, i cui leader affermano di difendere luoghi e santuari sciiti dagli attacchi degli insorti sunniti. Nella zona si trova l'omonima moschea sciita, luogo di pellegrinaggio dei fedeli di questo ramo dell'islam e già in passato bersaglio di attentati.
A HOMS DOPPIO ATTENTATO IN CENTRO. Doppia esplosione con due autobombe nel centro di Homs, nel quartiere di Al-Zahraa, in cui per l'Osservatorio sono morte 57 persone. Questa zona della città è popolata in maggioranza da alawiti. Gli attivisti hanno precisato che tra i morti ci sono 39 civili, senza puntualizzare se gli altri siano membri delle milizie del regime. L'agenzia Sana ha parlato invece di 34 morti, citando il governatore locale Talal al Barazi.
Anche in questo caso, lo Stato islamico ha rivendicato sui siti web jihadisti. "Due autisti con due autobombe hanno avuto come obiettivo i gruppi di apostati nella strada 60 del quartiere di al-Zahraa di Homs", si legge nella nota, che parla di almeno 90 morti e 150 feriti. Il gruppo jihadista ha minacciato gli alawiti di altri attacchi in futuro. Le esplosioni hanno anche causato gravi danni materiali, sia alle case vicine sia a decine di autobus pubblici e privati.
CINQUANTA JIHADISTI UCCISI AD ALEPPO. Intanto, almeno 50 combattenti dello Stato islamico sono stati uccisi nelle ultime ore dai bombardamenti e dagli attacchi del regime di Damasco, durante l'avanzata nella provincia settentrionale di Aleppo. L'Osservatorio ha riferito che è avvenuto alla periferia orientale del capoluogo e sulla strada che lo unisce ad al-Raqqa, feudo dello Stato islamico in Siria.
KERRY CONCORDA CON LAVROV ACCORDO PROVVISORIO. Il segretario di Stato americano John Kerry ha annunciato un "accordo provvisorio" con l'omologo russo, Sergei Lavrov, per una tregua nel conflitto in Siria. "E' stato raggiungo un accordo provvisorio, un principio di accordo" per fermare le ostilità "nei prossimi giorni", ha detto ad Amman, in conferenza stampa con il ministro degli Esteri giordano.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata