Siria, Obama a Putin: Stop ai raid contro i ribelli

I due presidenti hanno avuto un colloquio telefonico per discutere del conflitto e di come arrivare ad un accordo

Intensificare gli sforzi diplomatici per giungere presto ad un accordo sulla Siria. Questo il tema centrale della telefonata avvenuta tra il presidente russo Vladimir Putin e quello statunitense Barack Obama. Secondo quanto riportato dal Cremlino in una nota, i due presidenti hanno avuto un colloquio telefonico per discutere delle questioni relative alla risoluzione del conflitto in Siria. Stando alle informazioni riportate dalla Casa Bianca, Obama ha chiesto inoltre a Putin di "fermare la campagna aerea contro l'opposizione moderata in Siria".

I due leader hanno poi concordato sull'opportunità di intensificare le relazioni diplomatiche e altre forme di cooperazione per trovare un accordo sulla Siria, devastata da una guerra che va avanti ormai da quasi cinque anni.

TURCHIA RIPRENDE BOMBARDAMENTI IN SIRIA. Intanto l'artiglieria turca è tornata oggi a bombardare postazioni della milizia curda Ypg in Siria dal varco di frontiera di Oncupinar. Lo riferisce l'emittente Cnn Türk in diretta dal confine tra Siria e Turchia. I media turchi, citando l'Osservatorio siriano per i diritti umani, riferiscono di almeno due miliziani curdi morti negli attacchi.

Già ieri la Turchia aveva bombardato postazioni sia dell'Ypg, che definisce gruppo terrorista, sia dell'esercito siriano, che fonti delle forze armate hanno qualificato come operazioni di rappresaglia contro le bombe sparate sul suolo turco. Il premier turco, Ahmet Davutoglu, ha avvertito ieri sera che Ankara non permetterà all'Ypg di minacciare la sua frontiera e ha chiesto alla milizia curda di tenersi lontana dal corridoio che collega la città siriana di Aleppo, teatro di pesanti combattimenti nelle ultime settimane, alla Turchia.

DAMASCO SI SCAGLIA CONTRO ANKARA. I bombardamenti della Turchia contro postazioni dell'Ypg curdo nel nord della Siria sono un diretto sostegno di Ankara ai militanti. È quanto afferma una lettera inviata dal governo di Damasco alle Nazioni unite, secondo quanto riporta la tv di Stato siriana.