Maschilismo, gaffe, errori storici e razzismo. Nonostante le accuse dei suoi detrattori e, in parte, della comunità americana, il magnate Donald Trump si appresta ad arrivare alle primarie repubblicane di oggi, 1 febbraio, in Iowa forte del suo 41% di consensi tra le fila dei Gop. Lo rivela l'ultimo sondaggio pubblicato dalla Cnn secondo cui più di due terzi dei repubblicani sostengono che Trump sia il candidato più probabile per la nomina presidenziale, doppiando il rivale texano, il senatore Ted Cruz, fermo al 19%.
È innegabile che Trump sia il candidato Usa più seguito e discusso dai media. Le sue battute, al limite tra il sessismo e la xenofobia, hanno segnato in modo indelebile l'agenda mediatica dell'ultimo anno: dalle offese a Hillary Clinton ai migranti del Messico definiti 'stupratori' fino alla lunga polemica con l'emittente Fox News.
Considerato troppo radicale, troppo incompleto, troppo debole al momento della sua discesa in campo, nel giugno scorso, a pochi giorni dalle primarie ora Trump guarda dall'alto verso il basso tutti i pretendenti alla nomination repubblicana. Classe 1946, originario del Queens, a New York, nel 1971 si trasferì a Manhattan dove venne coinvolto in un grande progetto di costruzione di palazzi. Nel 1980 trasformò il fallito Commodore Hotel nel Grand Hyatt, creando la Trump Organization. Nel 2004 iniziò la sua carriera televisiva: Trump venne conosciuto dal grande pubblico americano e internazionale grazie al successo del suo reality show sulla Nbc 'The Apprentice' (da cui è stato ricavato lo spin-off 'The Celebrity Apprentice'). Fin dal 2006, Trump è considerato il più importante testimonial della multinazionale delle telecomunicazioni e dell'energia ACN, Inc. Secondo Forbes, Trump si trova alla 314 esima posizione nella classifica degli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio stimato in 2,9 miliardi di dollari. Secondo il Washington Post il suo patrimonio sarebbe oggi di 9 miliardi di dollari.
Sulla battaglia contro l'immigrazione Trump ha fondato la sua campagna elettorale. Proibire ai musulmani l'ingresso negli Usa e creare un muro per impedire l'arrivo di migranti dal Messico sono stati i leitmotiv dei suoi discorsi. "Se non verrà realizzata l'idea di un temporaneo divieto di entrata negli Usa per i musulmani, ci saranno altri attacchi contro l'America", ha sostenuto in un'intervista alla Cnn. "Vedrete molti, molti altri World Trade Center e probabilmente anche di più", aveva aggiunto riferendosi agli attentati dell'11 settembre 2001, spiegando che i musulmani "vogliono abbattere i nostri edifici e schiacciare le nostre città. Vivono all'interno del nostro Paese".
Una campagna più mediatica che territoriale, la sua, incentrata sulla sua persona e sulla sua abilità oratoria, capace di attrarre un particolare segmento elettorale. L'obiettivo, secondo quanto precisa la Cnn, è uno solo infatti: portare al voto i delusi, gli arrabbiati, i conservatori scontenti e disaffezionati del sistema politico americano, fortemente contrari all'ingresso dei migranti e alle politiche economiche dell'amministrazione Obama. Sul piano fiscale, infatti, Trump chiede la riduzione del tasso di imposta sulle società al 15% in concomitanza con l'eliminazione di varie scappatoie e deduzioni.
Nella lotta contro lo Stato islamico la soluzione di Trump sembra essere quella di chiudere Internet e i social media per arginare la diffusione degli estremisti online. La proposta è arrivata nel corso di un comizio in Carolina del Sud in cui il magnate ha detto di voler incontrare Bill Gates per discutere la sua idea. Sui temi controversi della politica Usa, Trump si definisce 'pro-life' nel dibattito sull'aborto e sostiene la legalizzazione della cannabis.