Bruxelles (Belgio), 6 gen. (LaPresse/Reuters) – La Germania non ha registrato alcun calo nel numero di migranti e richiedenti asilo in arrivo, nonostante gli sforzi dell’Unione europea per affrontare la crisi migratoria, e punta il dito contro la carenza di controlli ai confini europei. Più di un milione di persone in fuga da Medioriente e Africa è arrivato in Europa nel 2015, mentre pochi giorni fa la Danimarca ha imposto controlli ai confini spingendo l’Ue a convocare Copenhagen, Berlino e Stoccolma per un incontro a Bruxelles. La Germania è una delle nazioni più colpite dal flusso migratorio: secondo fonti di Berlino, lo scorso anno il Paese ha registrato circa 1,09 milioni di richiedenti asilo.
“Abbiamo una media giornaliera di arrivi di 3.200 persone in Germania e negli ultimi giorni il numero non è calato”, ha detto il vice ministro degli Esteri tedesco, Oleg Schroeder, a Bruxelles. “Al momento il nostro problema in Europa è che non c’è un sistema di controllo delle frontiere funzionante, specialmente al confine Grecia-Turchia”, ha detto Schroeder in conferenza stampa. L’Ue conta sulla Turchia per ridurre il numero di migranti che entrano nel blocco, dopo l’accordo raggiunto tra Bruxelles e Ankara.
Schroeder ha parlato dopo aver incontrato il commissario all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos e i delegati di Danimarca e Svezia, per discutere i controlli temporanei ai confini. Copenhagen ha imposto controlli spot sulla sua frontiera, sollevando nuova preoccupazione sulla tenuta dell’area Schengen. Tutti i tre Paesi hanno affermato di volere che la zona di libero movimento sia tutelata, ma che controlli efficaci sulle frontiere esterne, così come altre misure, sono necessari. La Commissione ha sottolineato i progressi limitati fatti sinora. Tra cui il fatto che dei 160mila migranti che i governi avevano concordato di ricollocare da Italia e Grecia verso altre parti dell’Ue, lo sono stati sinora solo 272.
Fonte Reuters – Traduzione LaPresse