Bosnia, ex generale croato accusato di crimini di guerra

Sarajevo (Bosnia), 30 dic. (LaPresse/EFE) – Un ex comandante del gruppo armato Consiglio di difesa croato (Hvo) è stato accusato in Bosnia per crimini di guerra contro i civili musulmani commessi tra il 1993 e il 1994 nella zona di Mostar, nel sud della Bosnia-Herzegovina. Lo ha reso noto la procura di Sarajevo in una nota.

Zlatan Jelic è accusato di pulizia etnica, sgomberi forzati, detenzione illegale nei campi di prigionia, tortura e azioni simili in un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione musulmana.

Questi crimini sono stati commessi, secondo l’accusa, tra il maggio 1993 e il marzo 1994, durante il conflitto tra l’esercito governativo bosniaco (a maggioranza musulmana) e la Hvo.

Dopo la guerra, Jelic è stato per anni presidente della squadra di calcio Siroki Brijeg, una delle più famose in Bosnia, e membro del consiglio della Federazione di calcio bosniaca. Quando il tribunale internazionale dell’Aja, e in seguito la procura bosniaca, hanno iniziato le indagini, l’ex combattente è fuggito in Croazia, per cui la Procura ha chiesto che sia estradato in Bosnia o giudicato dai tribunali croati, dato che Jelic possiede la cittadinanza di entrambi i Paesi.

Nel dettaglio, Jelic è accusato di aver autorizzato che 50 civili musulmani venissero portati ai lavori forzati sulla linea del fronte dove hanno perso la vita una cinquantina di detenuti e 188 sono rimasti feriti. Secondo l’accusa, l’ex comandante era a conoscenza che circa 40 prigionieri erano stati sottoposti a torture da parte dei membri dell’Hvo.