Isis, ministro russo Lavrov a Roma: Così salveremo Libia e Siria dal terrore

di Matteo Bosco Bortolaso

Roma, 11 dic. (LaPresse) – Il capo della diplomazia della Russia, Sergei Lavrov, porta a Roma i progetti del Cremlino per combattere lo Stato islamico e salvare Siria e Libia dall’incubo di ‘failed states’ che possano cadere nelle mani dei jihadisti. Almeno per la Libia, qualche speranza oggi è arrivata: l’inviato per l’Onu Martin Kobler, dopo colloqui con i rappresentanti dei governi rivali di Tripoli e Tobruk, ha annunciato la firma per un governo di unità nazionale, mercoledì prossimo. Prima, domenica, qui a Roma si terrà una conferenza internazionale proprio sulla Libia, con i rappresentanti di Usa e Russia. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, nel corso della conferenza stampa con il suo omologo russo a Villa Madama, ha sottolineato: “Per combattere lo Stato islamico “serve quanto meno un coordinamento, e non soltanto per evitare gli incidenti”.

ASSIEME NONOSTANTE TUTTO. Compassato ministro degli Esteri e per anni ambasciatore di Mosca presso l’Onu, Lavrov punta il dito contro Barack Obama che sarebbe colpevole, a suo parere, di non impegnarsi a fondo contro lo Stato islamico. Questo rappresenterebbe una minaccia reale e pericolosa, come fu il nazismo. “Combatterlo in una grande alleanza non impedì a Winston Churcill di pronunciare il discorso sulla cortina di ferro”, ha detto il ministro, suggerendo che gli Usa dovrebbe unirsi alla Russia contro l’Isis, nonostante i venti di una nuova guerra fredda.

SOLUZIONI PACIFICHE IN LIBIA. Lavrov ha detto che, al summit internazionale sulla Libia di domenica 13, la Russia “farà di tutto per favorire l’unione di chi adesso si trova in disaccordo, puntando solo e solo alle soluzioni pacifiche sotto l’egida dell’Onu”. All’incontro, che si terrà alla Farnesina, parteciperanno anche il segretario di Stato Usa, John Kerry, e lo stesso inviato delle Nazioni unite Kobler. Il ministero degli Esteri, che ha invitato i cinque Paesi con potere di veto all’Onu, ha intenzione di giocare un ruolo di primo piano nella stabilizzazione dell’ex colonia.

L’ISIS A SIRTE? Anche se le fazioni rivali riusciranno a formare un governo di unità nazionale, la strada verso la pace non sembra semplice per la Libia. Pochi giorni fa è stato detto che il califfo dell’Isis, Abubakar al Baghdadi, si troverebbe nel Paese. “Sulla presenza dello Stato islamico in Libia abbiamo informazioni discordanti – ha detto Lavrov – c’è chi sostiene che stanno costruendo un avamposto a Sirte, città che sarà la seconda capitale dell’Isis dopo Raqqa”, in Siria. Il capo della diplomazia russa, però, si è mostrato scettico: “Non escludo che lo Stato islamico stia esagerando nell’affermare una cosa simile, per la sua propaganda”.

UN ERRORE ESCLUDERE ASSAD. Secondo Lavrov, un percorso simile a quello libico dovrebbe essere adottato per stabilizzare la Siria. I recenti accordi siglati a Vienna per il futuro del Paese possono portare anche a Damasco “un qualche tipo di governo di unità nazionale” entro 6 mesi, a patto che esso sia “non settario e inclusivo”. Gli accordi di Vienna, ha continuato il ministro, prevedono di convocare elezioni entro 18 mesi. In ogni caso, escludere il presidente Bashar al Assad, da sempre protetto da Mosca, “sarebbe come chiudere gli occhi”, ha detto Lavrov.

COALIZIONE SU BASE PARITARIA. Altra condizione del Cremlino per cooperare con Washington in Siria è farlo “su base paritaria”, perché “non è che qualcuno decide in una capitale e poi gli altri seguono”. Per Lavrov, non solo bisogna “consultare il governo siriano”, ma la questione “andrebbe portata alle Nazioni unite”. Il capo della diplomazia di Mosca ha precisato che al momento si valutano azioni per “coordinarsi, non di entrare in una coalizione guidata dagli Stati uniti”. Per il momento, Washington e Mosca si sono accordati soltanto per cooperare al fine di evitare incidenti.