Mattarella a Strasburgo: Battaglia contro terrorismo esige unità Europa

Strasburgo (Francia), 25 nov. (LaPresse) – “La battaglia, che ci vede impegnati non su tempi brevi, esige unità. Unità e determinazione, per battere, insieme, ogni violenza e per garantire piena sicurezza ai nostri concittadini; preservando la difesa del valore irrinunziabile della libertà e dei diritti”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando davanti al Parlamento europeo di Strasburgo riunito in plenaria.

SPAZIO SCHENGEN. Schengen è “un unico spazio di libertà europeo, che non possiamo perdere ma che, anzi, dobbiamo saper estendere, nella tutela del bene della sicurezza”. Secondo il capo dello Stato “la libera circolazione delle persone, messa – come ho ricordato – sotto pressione sia dal fenomeno migratorio sia dalla minaccia del terrorismo, ha come suo logico corollario il rafforzamento della collaborazione fra Paesi membri per la salvaguardia e la gestione della frontiera esterna comune e, in un secondo tempo, la creazione di Istituzioni comuni in grado di gestire i flussi migratori”.

CRESCITA E LAVORO. “Occorre passare dalla logica emergenziale che ha caratterizzato l’approccio alle crisi in questi anni a una visione di lungo periodo, che consenta all’Unione di elaborare politiche in grado di stimolare crescita, creare lavoro, ridurre stabilmente le diseguaglianze. Questa è la strada per garantire ai nostri cittadini una prospettiva di progresso economico e sociale, e per assicurare all’Europa un ruolo protagonista nel mondo che si va configurando”, ha sottolineato Mattarella. “Così, ad esempio, riguardo all’Unione Monetaria – prosegue – Il Rapporto dei cinque Presidenti traccia un percorso sul quale, mi auguro, possano raggiungersi presto – perché il tempo è breve – idonee convergenze politiche e metodologiche, definendo l’indispensabile ruolo del Parlamento Europeo per garantirne il fondamento democratico”.

DUBLINO SEPARATA. “E’ necessario che l’Europa nel suo complesso, aggiorni le proprie regole per fronteggiare un fenomeno che è diverso, per natura ed entità, rispetto al momento in cui le regole sull’asilo furono scritte. Gli accordi di Dublino fotografano un passato che non c’è più. Per questo sono superati: superati dalla realtà che è un giudice inflessibile”. Secondo il capo dello Stato infatti “l’esigenza è quella di definire nuove regole improntate a principi di umanità e sicurezza, di solidarietà e responsabilità, e comunque adeguate alla realtà che abbiamo di fronte”.

TRAGEDIA DEI MIGRANTI. “Solo chi non vuol vedere può fingere di non sapere da dove viene la dolorosa carovana di persone che risale l’Africa e il Medio-Oriente verso l’Europa. Ripetono la tragedia degli ebrei in fuga dal nazismo; delle centinaia di migliaia di prigionieri di guerra che vagavano in Europa, all’indomani della Seconda guerra mondiale, alla ricerca di focolari andati distrutti, dei profughi le cui case e comunità all’improvviso erano entrate a far parte di un altro Paese. Sono gli eredi di coloro che, a rischio della vita, valicavano il Muro di Berlino; dei cittadini che, sfidando i campi minati, cercavano di transitare dall’Ungheria in Austria”.