Strage di Parigi, l’Assemblea nazionale approva un nuovo stato di emergenza

dal nostro inviato Matteo Bosco Bortolaso

Parigi (Francia), 19 nov. (LaPresse) – Dal 1955 al 2015: dopo gli attentati di venerdì scorso, il Parlamento francese ha dato una prima luce verde al disegno di legge sul nuovo stato d’urgenza, finora disciplinato da un testo di 60 anni fa. Vengono mantenute le grandi linee della norma precedente, pensata per atti di guerra e terrorismo, ma sono state introdotte alcune modifiche. La più importante riguarda la durata dello stato d’urgenza: finora poteva essere dichiarato per 12 giorni, mentre adesso la durata massima sarà di tre mesi. E così sarà al momento dell’approvazione definitiva della nuova legge: la Francia rimarrà in uno ‘stato d’eccezione’ almeno sino al febbraio 2016.

UN CONSENSO QUASI UNANIME. Il disegno di legge, che mercoledì è passato al vaglio del Consiglio dei Ministri e del Consiglio di Stato, è stato approvato oggi – parzialmente emendato – dall’Assemblea nazionale, l’equivalente della nostra Camera. Il via libera è stato quasi unanime: 551 voti a favore, sei contrari – di cui tre socialisti e tre ecologisti – e un’astensione. Altri 19 deputati non hanno partecipato al voto. Domani dovrebbe arrivare la luce verde del Senato. Per una approvazione rapida, la camera alta dovrebbe dire sì al testo senza ulteriori modifiche. Potrebbero comunque esserci ricorsi costituzionali.

GLI ARRESTI DOMICILIARI. Potranno essere assegnati a “tutti coloro che pongono una minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico”, recita il testo. Secondo il governo, si potrà ricorrere a questa misura per “comportamenti, frequentazioni, dichiarazioni e progetti” di persone sospette. I Repubblicani, partito conservatore guidato dall’ex presidente Nicolas Sarkozy, avevano preparato un emendamento – bocciato – che chiedeva di estendere la durata degli arresti domiciliari per l’intera giornata (24 ore), mentre il governo aveva inizialmente proposto un limite massimo di otto ore, con la possibilità di obbligo di firma fino a tre volte al giorno.E’ stato trovato un compromesso: la detenzione in casa potrà durare fino a 12 ore.

IL BRACCIALETTO ELETTRONICO. L’idea, rilanciata immediatamente dopo la strage da Sarkozy, è stata inclusa nel testo approvato. Esso però potrà essere imposto, solo in alcuni casi di domiciliari, a chi è già stato condannato per terrorismo, alla fine dell’esecuzione della pena e con il loro accordo.

SITI E SOCIAL. La possibilità di bloccare i siti e i social network è contemplata da due emendamenti – integrati nel testo finale – proposti dai Radicali e dalla formazione di centrodestra Udi. Il ministro dell’Interno potrà “prendere tutte le misure necessarie per assicurare l’interruzione di ogni servizio di comunicazione al pubblico, online, che inciti a commettere atti di terrorismo o ne facciano l’apologia”. Potranno inoltre essere sciolte associazioni o gruppi ritenuti pericolosi.



NIENTE PERQUISIZIONI PER I GIORNALISTI. Rimane la possibilità di ordinare perquisizioni amministrative di giorno e di notte – senza passare attraverso l’autorità giudiziaria – ma vengono ora salvaguardate le abitazioni di chi esercita un mandato parlamentare, l’attività di avvocato, magistrato o giornalista. Il procuratore sarà informato di tutte le perquisizioni, che saranno condotte alla presenza di un rappresentante della polizia giudiziaria.

L’ASSENZA DEL FRONT NATIONAL. L’Assemblea nazionale, eletta con sistema maggioritario uninominale a doppio turno, ha solo due deputati del Fronte nazionale (Fn) di Marine LePen, che oggi si è scagliata contro i servizi di intelligence francesi e contro “l’assenza di confini nazionali”, la quale rappresenterebbe “una follia criminale”.