G20, la grande occasione di Erdogan dopo gli attentati di Parigi

dal nostro inviato Fabio De Ponte

Antalya (Turchia), 14 nov. (LaPresse) – E’ tutto pronto in Turchia, dove domani e dopodomani è in programma il summit del G20 nella località turistica di Antalya, sulla costa sudoccidentale del Paese. Gli attentati compiuti a Parigi non potranno che dominare tutto il vertice, anche se al momento il programma ufficialmente non è cambiato. La prima sessione dei lavori dovrebbe essere dedicata a sviluppo e cambiamento climatico, ma è difficile immaginare che andrà così.

ERDOGAN: “TUTTI I TERRORISTI SONO CATTIVI”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha già detto con molta chiarezza, poche ore dopo gli attentati, quali sono le sue intenzioni per questo vertice: cogliere il momento per portare a casa un risultato a lungo cercato, quello di una coalizione contro il terrorismo che lo veda tra i protagonisti, che cancelli definitivamente le contestazioni sui diritti umani in Turchia, sulla repressione della minoranza curda e della stampa di opposizione. “Tutti i tipi di terrorismo – ha detto – sono cattivi, tutti i terroristi sono cattivi. Dobbiamo abbandonare e rigiutare la logica ‘il mio terrorista è buono, il tuo è cattivo'”.

GLI F16 CONTRI I CURDI. Proprio mentre avvenivano gli attentati di Parigi, otto F16, partiti dalla base aerea di Diyarbakir, hanno colpito la notte scorsa postazioni del Pkk nella regione di Kandil. Mentre due giorni fa le forze di sicurezza turche hanno ucciso 11 militanti curdi in scontri vicino al confine con la Siria e l’Iraq, mentre un soldato è stato ucciso in un altro scontro a fuoco nel sud-est.

IL MOMENTO DEI FALCHI. Si preannuncia dunque questo come il vertice dei falchi: all’attacco andrà non solo Erdogan, ma anche il presidente russo Vladimir Putin, che ha già annunciato bilaterali con lo stesso Erdogan, con la cancelliera Angela Merkel e col premier britannico David Cameron. In programma anche un incontro con il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi, che dell’evitare l’isolamento di Mosca ha fatto una bandiera dell’Italia. E non è escluso neanche un faccia a faccia Putin-Obama, hanno fatto sapere dal Cremlino. Non è il momento delle colombe: se in Francia il presidente Francois Hollande parla di “un atto di guerra”, annunciando che “di fronte alla guerra il Paese deve prendere le decisioni adeguate”, l’Italia alza l’allerta e si prepara a parare i colpi in vista del Giubileo, un obiettivo che appare fin troppo invitante per i jihadisti. “Compito di chi governa – dice Renzi – è quello di dire con chiarezza agli italiani che non abbiamo minacce circostanziate, ma l’attacco di Parigi costituisce un cambio di passo della minaccia terroristica in occidente. Quello che sta accadendo è il tentativo di mettere in discussione un modello di vita”. Il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk teme che “Schengen non sopravviverà”, aveva già detto pochi giorni fa al vertice di Malta e la decisione di ripristinare i controlli anche in Francia fa sembrare la sua una profezia che si sta avverando.

BUONE NOTIZIE DA VIENNA. Una buona notizia però sembra arrivare da Vienna dove, al termine di colloqui sulla Siria, che l’Alta rappresentante Federica Mogherini ha definito “buoni”, il segretario di Stato Usa John Kerry ha annunciato che entro gennaio partiranno i negoziati tra il governo e l’opposizione e verranno indette elezioni entro 18 mesi. Un risultato che, se dovesse essere confermato, rappresenterebbe una vera svolta.

L’APPELLO DELLE ONG. Nel frattempo le organizzazioni non governative si affanno a ripetere che l’unico modo di togliere acqua alla pianta del fondamentalismo e di fermare gli esodi di massa è un impegno per lo sviluppo vero, non fatto solo di trust fund: “Il G20 – dice Price-Thomas, di Oxfam, nel corso di una conferenza stampa ad Antalya – sostiene di essere favorevole a una crescita inclusiva ma fa poco”. “Riforme fondamentali – spiega – sono necessarie per distribuire i benefici della crescita. In particolare servono riforme molto profonde del sistema fiscale delle grandi corporazioni”. Action Aid cita stime del Fmi secondo le quali le multinazionali portano via dai Paesi poveri 200 miliardi all’anno in evasione fiscale. Dalla sola Africa sarebbero 60, secondo il presidente della Comunità economica degli Stati africani occidentali (Ecowas), il senegalese Macky Sall, anche lui presente a questo G20.

OPERAZIONE MILITARE IN SIRIA. Ma l’Ue non ha tempo per pensare a strategie di lungo periodo. Appoggia il piano di Ankara, che si prepara a una azione militare di terra in Siria con oltre 10mila uomini. E non è escluso che dopo gli attentati di Parigi l’operazione non possa accelerare i tempi ed allargarsi in una iniziativa militare congiunta con la Francia e altri Paesi europei. L’obiettivo, oltre a colpire l’Isis, sarebbe anche garantire la sicurezza di un’area nella quale far stare – per dieci anni – fino a cinque milioni di profughi siriani. Si ipotizzano sei campi principali, undici basi logistiche e diciassette punti di sicurezza. Enormi campi di contenimento, dai quali non si potrà uscire, gestiti dai turchi in una zona cuscinetto in Siria controllata dai militari. Una nuovo vivaio per il proselitismo a disposizione dei terroristi.