Istanbul (Turchia), 18 set. (LaPresse) – Una bambina siriana di quattro anni è morta nel naufragio di un’imbarcazione al largo della Turchia e il suo corpo è stato ritrovato a riva stamattina nella provincia di Smirne, nel distretto di Cesme. Lo riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu. A bordo dell’imbarcazione viaggiavano 15 siriani e gli altri 14, fra cui otto bambini, sono stati salvati. Pare che il gruppo fosse diretto verso un’isola greca. Il 2 settembre scorso sempre su una spiaggia turca, quella di Bodrum, fu ritrovato a riva il corpo senza vita di Aylan Kurdi, bimbo siriano di tre anni, annegato durante la traversata verso l’isola di Kos.
CHIUSI VALICHI TRA ZAGABRIA E BELGRADO. La Croazia ha chiuso nelle prime ore della mattinata sette degli otto valichi di frontiera con la vicina Serbia dopo che in meno di 48 ore dalla Serbia sono entrati sul suo territorio 11mila migranti. A riferirlo è il ministero dell’Interno croato. Il portale di informazione locale ’24sata’ riporta che, nonostante la misura, i migranti continuano a entrare attraverso i campi. Il valico che resta aperto è quello di Bajakovo, che si trova accanto all’autostrada Belgrado-Zagabria.
OLTRE 17 MILA ENTRATI IN CROAZIA. Sono oltre 17mila i migranti che da mercoledì mattina a oggi sono entrati in Croazia, dopo che l’Ungheria ha chiuso i confini con la Serbia. Lo ha reso noto il ministro dell’Interno Ranko Ostojic.
NESSUN POLIZIOTTO ARRESTATO. La polizia croata ha oggi dichiarato che nessuno dei suoi agenti che scortavano un treno con migranti da una parte all’altra del confine con l’Ungheria è stato disarmato o arrestato. “Non c’è stato né disarmo né arresto. Non è vero. C’è stato anticipatamente un accordo tra gli agenti di polizia dei due Paesi”, ha detto la portavoce della polizia Jelena Bikic.
UE OFFRE SUPPORTO A CROAZIA. Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha avuto un colloquio telefonico con il premier croato Zoran Milanovi, al quale ha offerto supporto tecnico e logistico per far fronte alla massiccia ondata migratoria delle ultime settimane, la più grande dalla seconda guerra mondiale. In una dichiarazione congiunta, Juncker e Milanovi hanno convenuto sull’importanza di rafforzare la sicurezza delle frontiere esterne all’Unione europea, pur garantendo assistenza ai profughi. Ribadita, inoltre, la necessità di condividere l’onere tra tutti gli Stati membri dell’Ue.