Peshawar (Pakistan), 14 set. (LaPresse/Reuters) – Il mullah Mohammed Omar morì per cause naturali in Afghanistan. Lo ha fatto sapere il figlio maggiore dell’ex leader dei talebani afghani, il mullah Mohammad Yacoob, in un comunicato in cui ha fatto appello all’unità del gruppo e con cui ha cercato di porre fine alle diatribe sulla morte del padre, mentre le dispute per la guida dei talebani continuano. “Vi voglio confermare che morì di cause naturali”, ha detto il figlio del mullah Omar in un comunicato audio diffuso nella notte e la cui autenticità è stata confermata da fonti talebane. “Era malato da tempo, ma la sua salute è poi peggiorata. Abbiamo interpellato dei medici, i quali ci hanno detto che soffriva di epatite C”, ha aggiunto.
“Rimase in Afghanistan anche dopo l’invasione statunitense del Paese. Vi morì e vi fu sepolto”, ha poi detto il mullah Mohammad Yacoob, aggiungendo che suo padre “non aveva nominato nessuno come suo successore”. Dopo l’annuncio della morte del mullah Omar, confermata lo scorso luglio, i talebani hanno nominato come successore il mullah Mansour, ma questa scelta non ha incontrato i favori di tutti nel gruppo. Il figlio del mullah Omar ha poi esortato i talebani a rimanere uniti, rifiutando allo stesso tempo l’idea di reclamarne la guida. “Se dalla mia morte potesse arrivare unità, allora sono pronto al suicidio”, ha detto nel messaggio audio. “Siamo pronti a qualunque ordine il consiglio decida di dare. Siamo pronti a lavorare in qualunque condizione, che sia ad alto o a basso livello”, ha detto ancora, dopo avere ricordato che “il nostro nemico è il governo afghano sostenuto dagli Stati Uniti” e che “ci sono anche alcuni Paesi islamici che stanno al fianco dei nostri nemici”.
Fonte Reuters – Traduzione LaPresse