In Grecia 1° premier donna: da Merkel a Croazia potere rosa in Ue

In Grecia 1° premier donna: da Merkel a Croazia potere rosa in Ue

Torino, 28 ago. (LaPresse) – Nuovo primato per le donne in Europa con la nomina della giudice della Corte suprema Vassiliki Thanou come premier ad interim in Grecia. È la prima volta che una politica ricopre quel ruolo ad Atene, mentre nei Paesi europei sta lentamente crescendo la rappresentanza femminile in incarichi politici di spicco. Il soffitto di vetro esiste anche in governi e residenze dei presidenti, ma mostra crepe evidenti. La prima, profonda, la incise Margaret Thatcher quando divenne la prima premier nell’Unione europea nel 1979. Da allora almeno 17 dei 28 Paesi europei hanno seguito l’esempio del Regno Unito (lista in cui l’Italia non è ancora entrata). È indiscusso che la più potente sia la cancelliera tedesca Angela Merkel, ma altre donne ricoprono ruoli di spicco come premier o presidenti, dalla Lituania al Kosovo, dalla Norvegia alla Croazia. Soprattutto nell’est del continente europeo, dove la rappresentanza femminile sembra più alta che nel resto d’Europa.

In Grecia, Thanou guiderà il Paese verso le elezioni anticipate del 20 settembre. A nominarla è stato il presidente, Prokopis Pavlopoulos, dopo che i tentativi di nuovo post-Alexis Tsipras sono falliti. Thanou ha 65 anni, ha alle spalle una solida carriera nella magistratura, che a giugno l’ha portata alla guida della Corte suprema. È nota ai greci per una lettera inviata a febbraio al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, in cui chiedeva appoggio ai nuovi piani di riforma del governo di Syriza. E per un’altra lettera aperta, diffusa durante i negoziati sul salvataggio di luglio, in cui si diceva certa che la maggior parte dei greci volesse restare nell’euro. La sua voce si era fatta sentire anche in precedenza, quando nell’ottobre 2014 criticò senza mezze misure l’allora premier Antonis Samaras per il suo “governo totalitario”.

La cancelliera Angela Merkel è stata la prima a ricoprire l’incarico in Germania e nel settembre 2013 è stata eletta al terzo mandato. Cosa che in Germania era riuscita in precedenza solo a Konrad Adenauer e Helmut Kohl. La rivista americana Forbes l’ha inserita quest’anno per la nona volta al primo posto della classifica delle donne più potenti. La rivista, però, ha messo in guardia la leader dei cristiano democratici: il suo primato potrebbe essere scalfito da Hillary Clinton, se la ex segretaria di Stato americana nel 2016 riuscisse ad arrivare alla Casa Bianca. Nell’Unione europea, Merkel si è attirata spesso l’ira dei ‘vicini di casa’ per le sue posizioni intransigenti, in primis sull’austerity imposta ad altri Paesi.

In Norvegia, la 54enne Erna Solberg è premier dal 2013, dopo che ha guidato i conservatori a una vittoria schiacciante in cui è uscito sconfitto il predecessore Jens Stoltenberg, in carica da otto anni. Il suo soprannome è eloquente: ‘Iron Erna’, Erna di ferro. È la seconda donna a ricoprire l’incarico, a capo di una coalizione di minoranza guidata dal centrodestra, dopo che vi fu chiamata la prima volta Gro Harlem Brundtland. Quest’ultima, medico e ambientalista, fu premier nel 1981, nel 1986-89 e poi dal 1990 fino alle dimissioni nel 1996. Il governo di Solberg è per la metà femminile.

Più a sud, Simonetta Sommaruga è stata eletta nel dicembre del 2014 alla presidenza della Svizzera. Vi è arrivata dopo una lunga carriera politica, in cui è partita nel 1995 da un incarico di consigliera comunale e subito prima dell’elezione dalla guida del Dipartimento federale di giustizia e polizia.

A Malta la massima carica dello Stato è in mano alla laburista Marie Louise Coleiro Preca, eletta presidente nel 2014 con il partito Laburista. Prima di lei solo Agatha Barbara, che aveva segnato il primato tra il 1982 e il 1987. Coleiro Preca è anche il più giovane capo di Stato maltese. Prima dell’incarico fu ex ministra della Famiglia, ruolo in cui creò nel Paese il primo centro contro le aggressioni sessuali.

Ma il fronte su cui le donne sembrerebbero avere più potere politico è l’est europeo. In Kosovo Atifete Jahjaga è stata nominata presidente nel 2011, prima donna a ricoprire l’incarico non solo nel Paese ma nei Balcani moderni. Era già stata la prima donna presidente del Parlamento. Nata nel 1975, è diventata anche il capo di Stato più giovane nella storia del Kosovo. Vi è arrivata dopo aver servito nella polizia, in cui era generale. È stata scelta come candidato di compromesso, in attesa delle elezioni. Durante il suo mandato, ha guidato diverse iniziative per l’empowerment delle donne, tra cui il summit internazionale del 2012 cui parteciparono leader europei, nordamericani, africani e mediorientali.

In Lituania, Dalia Grybauskaite è presidente dal 2009, confermata nel 2014. Era la candidata della piattaforma anti-Russia, in un periodo in cui i lituani si sentivano minacciati da Mosca. In passato, a seguito dell’indipendenza del Paese, era stata anche ministra delle Finanze. Anche a lei spetta il soprannome di ‘Signora di ferro’ (si ricordano le sue invettive contro il presidente russo Vladimir Putin), ma nel suo curriculum ha in più una cintura nera di karate.

In Polonia, l’attuale premier Ewa Kopacz è stata scelta per l’incarico da Donald Tusk, perché gli succedesse dopo la nomina a presidente del Consiglio europeo. La ex pediatra è diventata così la seconda donna a ricoprire l’incarico, dopo Hanna Suchocka tra 1992 e 1993, sotto la presidenza di Lech Walesa. Prima di guidare il governo, Kopacz era stata la prima donna a diventare speaker del Parlamento e ministra della Salute.

Prima volta per una donna a capo di un governo anche in Lettonia nel 2014, con l’elezione di Laimdota Straujuma della coalizione di centro-destra. Di nuovo, mentre il Paese temeva con forza la Russia per le sue azioni (dopo il caso Crimea e Ucraina). L’economista 62enne, in precedenza ministra del’Agricoltura, ha preso il posto di Valdis Dombrovskis, dimessosi dopo essersi il crollo del tetto di un supermercato a Riga, incidente in cui morirono 50 persone.

La Croazia è entrata a gennaio nell’elenco dei Paesi che hanno incrinato il soffitto di vetro con Kolinda Grabar-Kitarovic, prima presidente donna. Conservatrice, ricopre una carica per lo più cerimoniale. Prima era stata ministra degli Esteri e alta funzionaria della Nato. Parlando del suo incarico in alcune interviste, aveva detto di “volere la parità” e che “per le donne è più difficile raggiungere ruoli importanti, rispetto agli uomini, ma c’è sempre una che arriva prima delle altre”.

Seppur rivestano il ruolo solo per ragioni dinastiche vale la pena citare come donne europee di ‘potere’ anche la regina Elisabetta II, che regna da oltre sessant’anni sui Paesi del Commonwealth, e la regina di Danimarca, prima sovrana dai tempi di Margherita tra XIV e XV secolo), sul trono dal 1972 quando morì il padre.

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