Bangkok (Thailandia), 23 ago. (LaPresse/EFE) – Le autorità malesi, riferiscono i media locali, hanno trovato 19 tombe nella giungla al confine con la Thailandia contenenti i resti di almeno 24 persone, considerate vittime della tratta degli esseri umani. La scoperta è stata fatta sulla collina Wang Burma, vicino al luogo dove a maggio scorso sono state rinvenute oltre un centinaio di tombe nei campi clandestini gestiti dalla criminalità, durante un’operazione contro il traffico di esseri umani, che ha provocato una crisi tra i rifugiati nella regione.
La polizia malese ritiene che la malnutrizione e gli abusi subiti siano la causa più probabile della morte di questi migranti, i cui resti sono stati sepolti poco in profondità. “È piovuto molto e l’acqua ha scoperto i resti. Non sappiamo da quanto tempo siano sepolti qui né se questo sia un campo di transito”, ha detto il presidente del Consiglio di sicurezza nazionale, Shahidan Kassim, citato dal quotidiano The Star.
I resti sono stati esumati da una squadra della polizia scientifica e portati all’ospedale di Alor Setar, nel nordovest del Paese. Le autorità ritengono che le vittime siano bengalesi e rohingya, una minoranza musulmana perseguitata in Birmania, che tentavano di andare in Malesia alla ricerca di lavoro. A maggio scorso un’operazione contro il traffico di esseri umani nel sud della Thailandia, Paese di transito spesso utilizzato dai trafficanti, ha individuato una rete di campi clandestini al confine con la Malesia e decine di tombe con i resti dei migranti illegali.