Turchia, media: 15 addetti centrale elettrica rapiti da Pkk

Ankara (Turchia), 25 lug. (LaPresse/Xinhua) – Quindici addetti di una centrale elettrica nella provincia orientale turca di Sirnak, vicino al confine con Siria e Iraq, sono stati rapiti stamattina da militanti del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). Lo ha riferito l’agenzia di stampa locale Dogan. L’attacco è avvenuto a poche ore di distanza dal bombardamento da parte delle forze militari di Ankara contro obiettivi strategici controllati dal movimento. Ieri, anche un ufficiale di polizia era stato fatto prigioniero da un gruppo di presunti membri del Pkk, nella provincia sudorientale di Diyarbakir.

I raid aerei avvenuti nella notte sono stati confermati dal primo ministro Ahmet Davutoglu, mentre il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha informato la Nato e le Nazioni unite sui “provvedimenti legali adottati per tutelare la sovranità nazionale nell’ambito del diritto internazionale”. In risposta, il Pkk ha dichiarato che le nuove operazioni militari di Ankara mettono fine al cessate il fuoco stabilito quattro anni fa nel corso dei colloqui di pace tra il governo e il leader in carcere del Pkk, Abdullah Ocalan.

Ieri, venerdì, 297 persone, tra cui 37 stranieri, sono state arrestate perché sospettate di sostenere lo Stato islamico, il Pkk e il Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (Dhkp-C). L’operazione è scattata dopo una serie di attacchi che in una settimana hanno sconvolto la Turchia. A Suruc, un presunto kamikaze dello Stato islamico ha ucciso 32 persone, mentre il Pkk ha rivendicato l’uccisione di due poliziotti nella provincia di Sanliurfa.