Dal nostro inviato Fabio De Ponte
Tel Aviv (Israele), 21 lug. (LaPresse) – “Abbiamo posizioni diverse sull’Iran. Noi, con gli Usa, pensiamo che un compromesso sul nucleare sia possibile, ma che un compromesso sulla sicurezza di Israele sia impossibile. Quello di Israele a esistere non è un diritto, è un dovere”. Ha preso il toro per le corna il premier italiano Matteo Renzi e non ha girato intorno al problema.
Nel corso della conferenza stampa congiunta col capo del governo israeliano, Benjamin Netanyahu, ha messo in chiaro che a Roma l’intesa di Vienna è stata letta come un passo avanti. Ma allo stesso tempo ha rassicurato il leader dello Stato ebraico che non sarà lasciato solo. “Penso – ha detto – che oggi siamo tutti Davide contro nemici barbarici che usano la religione per portare terrore, miseria e morte. E penso che la sicurezza di Israele sia la sicurezza dell’Europa. E la sicurezza dell’Europa, mio caro Bibi, è la mia sicurezza. Il destino comune è un posto per Israele, Italia, Europa, Stati Uniti, tutti”.
Non ha mancato poi di dedicare un passaggio del discorso all’antisemitismo. Nel corso della giornata il premier infatti è stato allo Yad VaShem, il museo dell’Olocausto. “La cerimonia alla Yad Vashem – ha spiegato – mi ha toccato. Siamo col vostro governo e il vostro popolo contro l’antisemitismo”, che nel libro d’onore del museo ha definito “vera minaccia per la pace”.
Netanyahu ha ribadito che dal suo punto di vista l’accordo con l’Iran rappresenta un “errore storico“, e che “il mondo intero può sbagliarsi”, come già avvenne – ha detto – con la Corea del Nord. Ma non ha dato segni di irritazione. E’ stata una conferenza stampa strana che, contrariamente alla prassi, ha preceduto l’incontro tra i due leader anziché seguirlo. Renzi e Netanyahu infatti si sono praticamente salutati davanti alle telecamere. “Buona sera Matteo”, sono state le prime parole di Bibi. Proprio per questo motivo non è stata ammessa una sessione di domande.
Chiarite comunque le posizioni sul punto Iran, Netanyahu ha annunciato l’intenzione di rafforzare la cooperazione con l’Italia. “C’è una relazione speciale – ha detto Netanyahu – tra i nostri due Paesi, Italia e Israele. Entrambe hanno antiche radici, entrambe sono vitali e vibranti democrazie. Garantiamo nelle nostre democrazie uguali diritti a tutti i cittadini, siamo società creative e dinamiche. La nostra relazione è forte e penso che possa diventare molto più forte, con collaborazioni nel commercio, nella tecnologia, nella difesa, nella cyber sicurezza e in tanti altri temi”.
E questa era proprio la parte che più interessava Renzi. In mattinata infatti ha partecipato a ‘I-3: Italy-Israel-Innovation/ from Knowledge to Growth’, un evento all’università di Tel Aviv dedicato ai progetti congiunti tra i due Paesi in ricerca e sviluppo. Neuroscienze, tecnologie biomediche, ambiente: i settori sui quali i due Paesi collaborano sono tanti e la comunità accademica israeliana può contare su tanti studenti e molti collaboratori italiani. L’evento, durato poco più di un’ora e mezza, ha permesso di fare una carrellata dei progetti più interessanti. Tra gli altri, un progetto del laboratorio congiunto di neuroscienze che promette di dare risultati contro il Parkinson.
Una carrellata che non ha potuto che entusiasmare Renzi. “Oggi – ha spiegato a Netanyahu – ho visto innovatori giovani, dinamici, brillanti. Persone che si muovono rapide. Ho veramente apprezzato la chutzpah. Non so se la pronuncia è corretta, l’ho provata molte volte in macchina”, ha detto scatenando una risata in sala, riferendosi a una parola hiddish che indica insolenza, impertinenza, che in chiave positiva vuol dire capacità di dissacrare e quindi di innovare. “La pronuncia è corretta – ha ribattuto il premier israeliano -. E’ come i ravioli con le spezie”, ha aggiunto cercando di spiegare il significato del termine in un clima piuttosto rilassato. “Anche in Italia abbiamo bisogno di questo approccio e di questa attitudine”, ha sottolineato Renzi.