Ucraina, Poroshenko: Putin non rispetta gli accordi, mantenete le sanzioni

Roma, 30 giu. (LaPresse) – “Gli accordi di Minsk sono stati firmati il 12 febbraio tra Ucraina e Russia, con la mediazione decisiva della cancelliera Merkel e del presidente Hollande. Le misure da attuare sono quattro: il cessate il fuoco; il ritiro dell’artiglieria pesante; il rilascio dei prigionieri; l’accesso immediato agli ispettori dell’Osce in ogni area del conflitto per verificare il rispetto dell’intesa. Ebbene, sfortunatamente, non è successo nulla”. Così il presidente ucraino Petro Poroshenko in un’intervista al Corriere della Sera.

Le sanzioni da parte dell’Ue contro la Russia saranno necessarie, continua, “fino a che la Russia non si convincerà a ritirare le truppe di occupazione dal mio Paese. Le sanzioni sono uno strumento di pressione per rendere credibile il negoziato. Agli europei dico che ci troviamo di fronte a un dilemma antico, la scelta tra il denaro e i valori”.”Sicuramente è una buona cosa – afferma Poroshenko – che Putin abbia telefonato a Obama. Ma è l’unico segnale positivo che vedo da molti mesi. Putin ha invaso una parte del nostro Paese, su questo non ci sono discussioni.

E lo ha fatto dopo aver annesso direttamente la Crimea. Oggi per ordine di Putin sul nostro territorio sono ammassati 200 mila uomini e un arsenale rifornito di carri armati, sistemi sofisticati lancia missili, razzi per la contraerea. Uno di questi ha abbattuto l’aereo civile della Malesia lo scorso anno”. “Stiamo chiedendo” armi pesanti, letali, agli Stati Uniti, conferma il presidente ucraino, “fa parte del nostro diritto di Stato sovrano. Ma finora non ne abbiamo ricevute. Stiamo negoziando con loro”. Al momento, prosegue, sono state ricevute “postazioni elettroniche di contro artiglieria, equipaggiamenti per le comunicazioni, un piccolo numero di blindati con mitragliatrici, piccoli droni da ricognizione. Inoltre collaboriamo con l’intelligence americana e abbiamo istruttori statunitensi, britannici e canadesi”.

“Per entrare nella Nato – spiega Poroshenko – occorre soddisfare diversi requisiti. Stiamo lavorando per riformare a fondo il Paese, dal punto di vista economico, sociale, amministrativo. Sarà un lungo lavoro: ci vorranno almeno 6-7 anni. Quando saremo pronti, convocheremo un referendum per chiedere al popolo ucraino se dovremo entrare o no nell’Alleanza atlantica”.