Asean: Intensificare azioni per salvare migranti in mari Sudest asiatico

Bangkok (Thailandia), 29 mag. (LaPresse/Reuters) – I Paesi del Sudest asiatico, al vertice regionale di Bangkok, hanno concordato di intensificare le operazioni di ricerca e soccorso dei migranti nei mari della regione. I Paesi dell’Associazione delle nazioni del Sudest asiatico (Asean) hanno deciso di istituire una task-force contro il traffico di esseri umani e approvato una lista di raccomandazioni per affrontare “le cause alla radice” della crisi. I piani contenuti nel documento finale del vertice, tuttavia, sembrano stilati appositamente per non trovare la contrarietà della Birmania, che nega di essere la causa del problema.

Oltre 2mila migranti sarebbero ancora bloccati bloccati su barconi, tra il golfo del Bengala e il mare delle Andamane. Intanto, la Birmania oggi ha dichiarato di aver sequestrato al largo della sua costa un barcone portando in salvo gli oltre 700 persone a bordo. Sono più di 4mila i migranti arrivati in Indonesia, Malesia, Thailandia, Birmania e Bangladesh da quando la Thailadia ha lanciato il giro di vite sul traffico di esseri umani via mare. La dichiarazione finale del vertice include un paragrafo che chiede di affrontare le questioni nelle zone di origine dei migranti, tra cui “promuovere il pieno rispetto per i diritti umani” e investire nelle economie in via di sviluppo.

La Birmania, in questo paragrafo, non viene mai citata e l’accordo è stato firmato dalle autorità del Paese. “Il linguaggio parla da solo. Per la Birmania, le cause alla radice sono lo sviluppo e il senso di sicurezza per tutte le persone che vivono nello Stato di Rakhine e nel resto della Birmania”, ha dichiarato Htein Lin, del ministero degli Esteri birmano. “Questo è davvero un buon inizio. C’è un paragrafo forte sulle cause alla radice dell’accordo. C’è una sorta di apertura da parte della Birmania, che accolgo con favore. C’è stata una discussione sullo Stato di Rakhine”, ha dichiarato Volker Turk, vice Alto commissario per la protezione all’Unhcr.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse