Katmandu (Nepal), 3 mag. (LaPresse/EFE) – A seguito del devastante terremoto del 25 aprile in Nepal c’è il rischio che si registri un aumento del traffico di bambini. È l’allarme lanciato dalla responsabile protezione infantile dell’Unicef in Nepal, Virginia Perez, in un’intervista rilasciata a Efe. L’Unicef è preoccupato per il movimento illegale di bambini “in mezzo al caos” legato a qualsiasi emergenza, per cui l’agenzia Onu sta lavorando con la polizia e le autorità di frontiera. “Ci preoccupa evidentemente che questo vada ad aggiungersi al trauma che i bambini stanno vivendo adesso”, ha detto Perez.
L’ufficio dell’Unicef a Katmandu ha sottolineato inoltre il pericolo che problemi già esistenti nel Paese prima del sisma si acuiscano, come per esempio la malnutrizione. Secondo le prime stime, ha riferito Perez a Efe, nel distretto di Gorkha nel nord circa l’80% delle scuole è andato distrutto e si sta lavorando attivamente per evitare il diffondersi di malattie. L’esperta ricorda inoltre che, già prima del terremoto del 25 aprile, i Nepal aveva uno degli indici di sfruttamento infantile, traffico di minori e abusi “più alti”. Perez precisa che le cifre che ha a disposizione l’Onu sono ancora del 2001, quando erano 12mila all’anno i bambini vittime del traffico di esseri umani. “Non sappiamo fino a che punto queste cifre siano attuali”, ha detto, ricordando che fra Nepal e India c’è un confine permeabile che si può attraversare anche senza documenti.