Boston (Massachusetts, Usa), 8 apr. (LaPresse) – Dhzokhar Tsarnaev, l’unico sospetto rimasto in vita per l’attentato della maratona di Boston del 15 aprile del 2013, è stato giudicato colpevole di avere complottato per usare un’arma di distruzione di massa, reato che comporta la possibilità di condanna a morte, e degli altri 29 capi di accusa nei suoi confronti. Nell’attacco persero la vita tre persone e altre 264 rimasero ferite.
Oltre che per la morte di tre persone alla maratona, la giuria ha inoltre riconosciuto Tsarnaev colpevole di avere sparato a un agente di polizia quattro giorni dopo l’attentato, uccidendolo. La giuria che ha espresso il verdetto dovrà ora decidere, con una nuova serie di testimonianze, se condannare l’imputato alla pena capitale o all’ergastolo senza possibilità di ottenere la libertà vigilata. I giurati hanno passato 11 ore in camera di consiglio per valutare le accuse nei confronti di Tsarnaev, dopo 16 giorni di testimonianze. Gli avvocati di Dhzokhar Tsarnaev hanno ammesso che il loro cliente ha commesso i crimini per cui era accusato, ma hanno aggiunto che ha agito in questo modo perché spinto dal fratello Tamerlan, ucciso nella caccia all’uomo seguita all’attacco.