Airbus, schianto volontario del copilotaPerquisite le sue case in Germania

Marsiglia (Francia), 26 mar. (LaPresse) – Dagli elementi raccolti finora emerge una chiara “volontà di distruggere l’aereo” del copilota tedesco, Andreas Lubitz. E’ la drammatica verità confermata dal procuratore francese Brice Robin, sullo schianto dell’Airbus A320 della Germanwings, caduto martedì sulle Alpi francesi. Un incidente costato la vita a 150 persone. A causarlo, secondo la ricostruizione basata sull’ascolto della prima scatola nera ritrovata, è stato il copilota del velivolo, 28 anni, di nazionalità tedesca. Gli investigatori hanno dato il via alle perquisizioni nel suo appartamento di Duesseldorf e in quello dei genitori nel paesino di Montabaur, dove viveva per periodi. Cercano documenti, appunti che possano spiegare le sue motivazioni.

PERDITA DI QUOTA VOLONTARIA. Nel corso di una dettagliata conferenza stampa che si è tenuta a Marsiglia, il procuratore ha spiegato di non voler parlare apertamente di suicidio. Ma “posso dire – ha sottolineato che il copilota ha volontariamente permesso la perdita di quota dell’aereo”.

NESSUN ELEMENTO INDICA AZIONE TERRORISMO. Si sarebbe trattato di una azione deliberata, ma non sembra motivata da mire terroristiche. Nel corso della conferenza stampa, il procuratore ha più volte ribadito che “a questo stadio dell’indagine nulla permette di dire che si tratti di un attentato terroristico” anche se “dobbiamo controllare il background” di copilota e comandante. Lo ha dichiarato anche il ministro dell’Interno tedesco, Thomas de Maiziere: secondo le indagini delle forze di sicurezza di Berlino non ci sarebbero “indizi di sfondo terroristico”, mentre è necessario non fare congetture sulle cause.

ESCLUSO MALORE DEL COPILOTA. Il procuratore esclude anche l’ipotesi di un malore. “Non ci sono telecamere nella cabina di pilotaggio – ha detto – ma non penso che il copilota sia stato colto da un panico particolare perché il ritmo della sua respirazione è rimasto costante”. Il respiro del pilota, ha aggiunto, così come emerge dalla scatola nera, “rimane costante fino alla fine”.

COMANDANTE ESCE DA CABINA, COPILOTA NON LO FA RIENTRARE. Le parole di Robin hanno confermato le rivelazioni fatte dal New York Times nella notte. Dopo l’uscita del comandante dalla cabina, dovuta probabilmente a motivi fisiologici e che ha fatto seguito a un normale dialogo tra i due sulla preparazione all’atterraggio a Dusseldorf, il copilota non ha più permesso al collega di rientrare. Secondo le registrazione il comandante ha provato a tornare in cabina e “ha bussato più volte”, ma “non ha ricevuto risposta”. Lubitz, ha precisato Robin, “ha rifiutato di aprire la porta della cabina al comandante”.

COPILOTA HA AZIONATO DISCESA AEREO. Quindi, dopo essere rimasto solo al comando, il copilota, “ha azionato il bottone che comanda la perdita di quota” e l’aereo in “otto minuti” è passato da circa 12mila a duemila metri di altitudine. Impossibile pensare che il comando sia stato azionato per caso o involontariamente, in seguito a un malore. Inoltre, nonostante l’anomalia dell’operazione effettuata, non è stato lanciato alcun messaggio di allerta o mayday verso i controllori aerei a terra. E ancora, dalla cabina di pilotaggio, ha spiegato la procura, “non è stata data risposta ai numerosi appelli lanciati dai controllori aerei”.

GLI ULTIMI MINUTI: RESPIRO COSTANTE, GRIDA, POI L’IMPATTO. Il comandante deve aver capito subito che qualcosa di anomalo stava succedendo in cabina. Tanto che ha provato a più riprese a farsi aprire dal giovane collega. Nelle registrazioni della scatola nera, ha spiegato il procuratore, “si sentono numerosi appelli del comandante per poter rientrare in cabina”, e poi “colpi violenti” per cercare di aprire la porta che però è blindata. La scatola nera ha rivelato inoltre che “negli ultimi 10 minuti di volo, dopo l’uscita del comandante”, quelli della discesa a bassa quota, “nella cabina di pilotaggio si sente soltanto il respiro del copilota. E non si sente alcuna parola, silenzio assoluto”. Solo pochissimi istanti prima dell’impatto rieccheggiano delle grida. Poi l’impatto che ha mandato in frantumi l’Airbus A320.