Gerusalemme, 17 mar. (LaPresse/Reuters) – Israele al voto per le elezioni generali. I cittadini sono chiamati a eleggere i 120 membri della Knesset, cioè il Parlamento monocamerale del Paese. Da quando nel 1949 si sono tenute le prime elezioni in Israele nessun partito ha mai ottenuto la maggioranza dei seggi. Si tratta di elezioni anticipate, che sono state indette a dicembre scorso dopo che il premier Benjamin Netanyahu ha cacciato due ministri, quello delle Finanze Yair Lapid e quella della Giustizia Tzipi Livni.

Di seguito una guida alle elezioni, con le principali informazioni da sapere in merito e gli aspetti da tenere sott’occhio.

IL VOTO E I RISULTATI. I seggi chiuderanno alle 22 ora locale, le 21 in Italia. Dopo la chiusura delle urne le tre principali tv israeliane diffonderanno i primi exit poll e poi, a seconda dei seggi che ogni partito avrà ottenuto, partiranno i calcoli per la formazione di una coalizione in grado di avere i numeri per governare.

LE TAPPE PER FORMARE UNA COALIZIONE. Nel caso in cui si dovrà formare una coalizione, il presidente israeliano Reuven Rivlin si consulterà con i leader di tutti i partiti rappresentati in Parlamento per chiedere la loro preferenza su chi debba essere incaricato come primo ministro. Rivlin sceglie il politico che crede abbia più opportunità di mettere insieme una coalizione. Il premier incaricato, che non deve necessariamente essere il capo del partito che ha ottenuto il maggior numero di voti, ha fino a 42 giorni di tempo per formare un governo. Se non ci riesce il presidente chiede a un altro politico di farlo.

TESTA A TESTA FRA NETANYAHU E HERZOG-LIVNI. Sembra delinearsi un testa a testa fra i due principali schieramenti: il partito Likud di destra del premier uscente Benjamin Netanyahu e la formazione di centro-sinistra Unione sionista guidata da Isaac Herzog e Tzipi Livni. Anche se nell’ultima rilevazione Unione sionista era in vantaggio di alcuni seggi, pare che siano di più i partiti favorevoli all’ipotesi di unirsi in un’eventuale coalizione con il Likud.

LE COALIZIONI POSSIBILI. Sulla base dei sondaggi, Netanyahu potrebbe formare un governo con ultranazionalisti, ebrei ortodossi e partiti centristi che gli hanno già offerto supporto o non lo hanno escluso. I conti per arrivare a una maggioranza sono invece più complessi per il centro-sinistra, nonostante non è impossibile che riesca a raccogliere una coalizione ristretta in caso di vittoria. In caso di vittoria del Likud, però, Netanyahu potrebbe anche decidere di lasciare da parte alcuni alleati tradizionali e formare un governo di unità nationale con l’Unione sionista.

PER LA PRIMA VOLTA LISTA UNICA DI MINORANZA ARABA. I partiti che rappresentano la minoranza araba si presentano per la prima volta in una lista unica. Secondo i sondaggi riuscirebbero a ottenere 13 seggi, cifra che se confermata potrebbe renderli il terzo gruppo più consistente nella Knesset. Da tenere sott’occhio anche il partito centrista Yesh Atid, formato dall’ex conduttore di talk show Yair Lapid nel 2012, che nelle elezioni del 2013 ha ottenuto in modo sorprendente 19 seggi arrivando al secondo posto. Da allora è un po’ sceso nei sondaggi, secondo i quali otterrebbe 12 o 13 seggi. Inoltre l’ex ministro delle Comunicazioni Moshe Kahlon ha formato un gruppo di centro-destra, che attualmete si pensa possa ottenere circa 10 seggi; Kahlon potrebbe schierarsi sia con Netayahu che con il centro sinistra, ragion per cui potrebbe assumere un ruolo determinante.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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